La solitudine politica del Gufo emerge ogni giorno che passa, sempre più inquietante. Niente gruppo di appartenenza, un blog personale, idee sempre più strampalate e quella sensazione che ormai il Gufo è considerato da tutti ''una causa persa'', uno da lasciare bollire nel proprio brodo. Eppure il Gufo si trascina avanti con la sua attività da scrittore solitario, il ritmo è sempre più lento e pigro, l'andatura è ''da bradipo esausto'', i pensieri sono sempre più simili ''alla nuvoletta'' che si è creata il proprio piccolo ''mondo delle favole'' sconnesso dalla realtà e dalla quotidianità. Certamente la farsa che si consuma è quella di coloro che sono ancora più sconnessi del Gufo dalla realtà, visto che nei rari momenti in cui il Gufo si limita all'ascolto delle voci dei lettori, che sono anche elettori, scopre che nulla di cui si discute in modo accanito e da mesi nei Palazzi della politica locale interessa una mazza alle persone che hanno problemi terribilmente più pratici dei mitici ''equilibri ed equilibrismi di partiti'' e di occupanti di poltrone e poltroncine. Il Gufo vive quindi la sua essenza e la sua esistenza sempre più isolata e si ritaglia uno spazio sempre più ristretto, e il tempo che passa servirà ad accentuare questo meccanismo fino a renderlo irreversibile. Il Gufo è stato condannato alla solitudine perchè conviene a molti dire che è uno scrittore strampalato e fuori dalla realtà, e allora il Gufo ci è salito davvero su quella nuvoletta sospesa nel cielo, è entrato realmente nel suo ''castello delle favole'' e continua a vivere un'esperienza solitaria che lo mette al riparo dalla durezza di una realtà politica che ormai provocava in lui solo disgusto e riprovazione
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