La conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Gentiloni è stata in realtà "la conferenza stampa di fine stagione (politica)", un triste finale annunciato di una storia ancora più triste, e infatti il tono dimesso utilizzato nelle risposte alle domande dei giornalisti era quello che descriveva nel modo più reale la stagione politica di Gentiloni. Questo governo doveva gestire l'ordinaria amministrazione e così ha fatto, senza brillare particolarmente e senza deludere, perchè era il primo governo della Repubblica "nato già politicamente morto al solo scopo di trascinare stancamente alla fine una legislatura nazionale che era a sua volta politicamente morta". La fine della legislatura 2013 - 2018 si è di fatto celebrata in data 4 dicembre 2016: con la vittoria del "NO" al referendum sulla riforma costituzionale e le dimissioni di Renzi che aveva promesso che avrebbe rinunciato all'incarico in caso di sconfitta (e miracolosamente ciò è avvenuto, per la prima volta in Italia un politico di livello nazionale ammetteva la sconfitta e ne traeva le conseguenze inevitabili, senza urlare ai brogli elettorali oppure al complotto oppure al tradimento, e senza nemmeno tentare di menare il can per l'aia raccontando favole pur di rimanere inchiavardato alla poltrona) la legislatura si era di fatto conclusa, era politicamente "morta e sepolta" perchè aveva fallito l'obiettivo delle riforme costituzionali (l'unico possibile in uno scenario di "larghe intese" e di continui cambiamenti di maggioranza causati dal trasformismo delle centinaia di "cambi di casacca" e "salti della quaglia" compiuti da spregiudicati parlamentari), ma non poteva concludersi perchè in quel momento esistevano due leggi elettorali diverse, una per la Camera dei Deputati e una per il Senato (peraltro quella della Camera dei Deputati in quel momento era "a rischio" perchè sottoposta al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale), e il Presidente della Repubblica aveva espressamente dichiarato che in assenza di leggi elettorali ''non omogenee'' valide per entrambi i rami del Parlamento non avrebbe mai attivato la procedura di scioglimento anticipato delle Camere.
Serviva un presidente del Consiglio ''a tempo determinato'', con scadenza un anno, che approvasse una buona legge di bilancio senza gloria ma anche senza danni, e che portasse avanti l'ordinaria amministrazione in modo semplice e senza alimentare faide politiche inutili, giusto il tempo necessario per dare l'opportunità al Parlamento di "trascinarsi a fine legislatura" e di approvare la legge elettorale nuova di zecca, che tanto per cambiare è un obbrobrioso "mix" tra una parte maggioritaria a turno unico e una parte di proporzionale puro, partorito con l'unico scopo di rendere quasi impossibile il raggiungimento di maggioranze politiche solide e omogenee in entrambi i rami del Parlamento e quindi di fare continuare la festa dei "governi calati dall'alto" dopo trattative con tanto di "mercati delle vacche e delle poltrone" nelle segrete stanze dei partiti. Serviva un personaggio quieto e moderato come Gentiloni che si è limitato a fare il suo compito, avendo il pregio non indifferente di averlo fatto senza urlare demagogicamente e senza mai fare promesse inutili e proclami trionfali, e adesso ci si butta a pesce nei comizi elettorali per andare a votare il 4 marzo 2018. La campagna elettorale è iniziata, e si farà festa anche a Castelli Calepio dove non mancherà la razione quotidiana di urla e di pagliacciate che da sempre in Italia accompagna qualsiasi campagna elettorale di qualsiasi livello politico e amministrativo, e magari una volta finita la festa (e scoperto che questa legge elettorale obbrobriosa produce come unico effetto caos e instabilità) ci ritroveremo ancora ad andare avanti qualche mese con la faccia tranquilla e la voce soporifera del rassicurante presidente del Consiglio Gentiloni....
Serviva un presidente del Consiglio ''a tempo determinato'', con scadenza un anno, che approvasse una buona legge di bilancio senza gloria ma anche senza danni, e che portasse avanti l'ordinaria amministrazione in modo semplice e senza alimentare faide politiche inutili, giusto il tempo necessario per dare l'opportunità al Parlamento di "trascinarsi a fine legislatura" e di approvare la legge elettorale nuova di zecca, che tanto per cambiare è un obbrobrioso "mix" tra una parte maggioritaria a turno unico e una parte di proporzionale puro, partorito con l'unico scopo di rendere quasi impossibile il raggiungimento di maggioranze politiche solide e omogenee in entrambi i rami del Parlamento e quindi di fare continuare la festa dei "governi calati dall'alto" dopo trattative con tanto di "mercati delle vacche e delle poltrone" nelle segrete stanze dei partiti. Serviva un personaggio quieto e moderato come Gentiloni che si è limitato a fare il suo compito, avendo il pregio non indifferente di averlo fatto senza urlare demagogicamente e senza mai fare promesse inutili e proclami trionfali, e adesso ci si butta a pesce nei comizi elettorali per andare a votare il 4 marzo 2018. La campagna elettorale è iniziata, e si farà festa anche a Castelli Calepio dove non mancherà la razione quotidiana di urla e di pagliacciate che da sempre in Italia accompagna qualsiasi campagna elettorale di qualsiasi livello politico e amministrativo, e magari una volta finita la festa (e scoperto che questa legge elettorale obbrobriosa produce come unico effetto caos e instabilità) ci ritroveremo ancora ad andare avanti qualche mese con la faccia tranquilla e la voce soporifera del rassicurante presidente del Consiglio Gentiloni....
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