Si apre la procedura di surroga di consigliere comunale dimissionario che porterà come inevitabile conseguenza politica alla convocazione (probabilmente prima della chiusura delle ferie estive) del Consiglio Comunale chiamato a sostituire colui che ha rassegnato le dimissioni. Come era ampiamente prevedibile il candidato sindaco di "Castelli Calepio Cambia" Fabio Perletti rassegna le dimissioni dall'incarico perchè dopo due sconfitte elettorali consecutive alle elezioni comunali è necessario aprire la riflessione politica (nel gruppo) e personale, e arrivare alla conclusione che il prossimo tentativo dovrà essere compiuto da un nuovo candidato sindaco, magari da qualcuno che può già iniziare a fare esperienza in Consiglio Comunale già nel corso di questa legislatura. La lettera di dimissioni è stata protocollata oggi e pubblicata sui social network, in una settimana di tempo il Consiglio Comunale deve essere convocato e quindi a breve termine, probabilmente già nel fine settimana, "Castelli Calepio Cambia" emetterà il comunicato che indica il nome della persona che sostituirà Perletti già dalla prossima seduta consiliare. La scelta si restringe in pratica a due persone, la "prima dei non eletti" Sabina Pominelli e l'avvocata Paola Modina che segue nell'ordine delle preferenze individuali nella lista dei candidati di "Castelli Calepio Cambia", ma la notizia di oggi è quella di una persona che dopo la sconfitta non rimane inchiavardata alla poltroncina di consolazione, prende atto del verdetto elettorale e se ne va via, dando una lezione di stile a colui che nel lontano 2014, malgrado era a sua volta alla seconda sconfitta su tre competizioni elettorali a cui aveva preso parte, decise di non prendere congedo e di concludere la sua gloriosa carriera politica "facendo da stampella" a una maggioranza fatiscente che era giunta al collasso e "a fine stagione". Esistono diversi modi di uscire di scena, e il giovane Fabio se ne è andato semplicemente perchè già in campagna elettorale diceva che se avesse perso per la seconda volta consecutiva avrebbe preso seriamente in considerazione l'ipotesi delle dimissioni, dimostrando che a volte nella vita la parola di un politico ha un valore e determina delle conseguenze in carico a chi l'ha pronunciata, e non è solamente "una fanfaronata in libertà" pronta a essere rimangiata dopo che la festa è finita e che la campagna elettorale ha ceduto il posto alla quotidianità della vita politica
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