lunedì 15 luglio 2019

IL RACCONTO DI FANTASIA DEL GUFO / LA CAPITALE DEL REGNO DELLE FAVOLE E LA "COLONIA RIBELLE"

"Un antico mulino a vento sorgeva nella valle del fiume,   austero nella sua struttura in legno;   vivevano in quel mulino una lattaia  e  un piccolo mugnaio,   pascolavano nel piccolo prato verde alcune caprette in libertà,    che si erano talmente affezionate ai due residenti da avvicinarsi a farsi mungere  e  a fornire la preziosa materia prima per produrre latte,   formaggi,   un po'  di yogurt alla fragola.    La lattaia  e  il mugnaio erano isolati dal resto del mondo,   soprattutto dal Regno delle Favole dove il  "Re Sole"  locale trasformava in oro tutto ciò che toccava;   era un regno ricchissimo immerso nel lusso,   dove si viveva un'esistenza sfarzosa  e  straordinaria,   ricca di pranzi da nababbi  e  di feste a cui partecipavano migliaia di cortigiani  e  di servitori.     Mentre andavano in onda queste scene la lattaia serviva in tavola una ciotola di latte calda per il mugnaio,   che aveva appena finito di consultare il libro delle ricette che utilizzava per preparare pranzi di altissima qualità  e  di buona digeribilità;    le caprette si mettevano a riposo  e  dormivano profondamente  e  il silenzio di quelle cene frugali era interrotto solamente dal vento che fischiava impetuoso,   facendo muovere le acque del fiume  e  le pale del mulino a vento.    Un ritratto in una cornice di legno era l'unico lusso di un arredamento semplice  ed  essenziale,   il rumore della Grande Festa della capitale del Regno delle Favole era clamoroso  e  sembrava potesse addirittura arrivare in Cielo,   fino ad aprirsi un varco in mezzo alle nuvole;    sulla riva del fiume invece una capretta più dinamica  e  meno pigra della altre riprendeva silenziosamente a pascolare nel prato,   e  a consumare un piccolo pasto serale a base di erbetta giovane.     Il mugnaio dopo la ciotola di latte si trastullava con una piccola porzione di yogurt alla fragola,    mentre la lattaia riponeva nella mensola la scatola dove era conservato il latte fresco,   pronto a essere servito in tavola la mattina successiva per la colazione,   che nel suo silenzio quasi irreale sarebbe stato il flebile suono della campanella di un'altra tranquilla giornata ad aspettare la maturazione degli eventi camminando con passo lento ma assiduo e costante sulla riva del fiume,   e  ascoltando il sottofondo rumoroso della festa  e  del lusso che dominava la capitale del Regno delle Favole".   

In questa storiella di fantasia il Gufo ha descritto la Capitale  e  "la colonia ribelle",   il lusso clamoroso  e  rumoroso che si alza dai Palazzi del Regno dove i cortigiani applaudono  e  acclamano i potenti in modo servile  e  la vita silenziosa e laboriosa della periferia;    la Capitale che regna incontrastata con arroganza  e  strafottenza  e  "bacia la mano"  al suo nuovo  "Re Sole"  e  "la colonia ribelle"  che se ne frega del Grande Sovrano  e  ha scritto sul muro del mulino a vento  (quello che sorge sulla riva del fiume)   che preferisce di gran lunga la  sua produttiva lattaia  e  il giovane mugnaio.     Tutte le Capitali di qualsiasi nazione sono arroganti,   tutte  "le colonie"   del mondo sognano di insorgere e di conquistare la libertà;    e se non sarà sufficiente la lattaia,   non è da escludere che  (come nelle migliori tradizioni all'italiana)   anche questa  "colonia ribelle"  possa chiamare in suo soccorso il potente vicino per liberarsi dal giogo dell'oppressione  e  della schiavitù,    per spezzare le catene che imprigionano la fantasia  e  i sogni  e  per fare volare in alto,    trascinate dal vento che fa girare le pale dell'antico mulino,    le ali della libertà       

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