domenica 14 luglio 2019

"SOGNO LA DECRESCITA E IL RITORNO AL MEDIO EVO", IL POST DEL GUFO CHE RAPPRESENTA IL SUO "TESTAMENTO POLITICO"

Il Gufo non lo ha scoperto certamente la mattina del 14 luglio leggendo il più importante quotidiano locale,   perchè è sufficiente  (tristemente)   essere  "nella postazione"  del Gufo medesimo per accorgersi che prima o poi  (anzi,   semmai è sorprendente e anche drammatico la velocità con cui il declino sta avanzando,   in modo sempre più rapido)   il crollo dei redditi della ormai ex  "borghesia e ceto medio"  si traduce nel calo della popolazione,   esattamente come a un certo punto in pieno Medio Evo si era verificato un crollo drammatico della popolazione europea,   anche con diminuzioni di diverse migliaia di abitanti in alcune zone.     Si verificano meno nascite  (forse),    si muore con qualche anno di anticipo  (ma qui perchè il fenomeno possa diventare palese  e  registrato anche a livello ufficiale di dati statistici dovranno trascorrere ancora alcuni anni,   meno di quanto si pensa)   perchè  si vive in condizioni peggiori rispetto alla precedente generazione,   con redditi non più in crescita esponenziale  e  con un  "assalto alla diligenza"  di tassatori locali  e  nazionali che ormai è senza più freno  e  ha travolto tutti i record di entrate fiscali:    non dobbiamo mai dimenticare che più soldi sono drenati dal portafoglio delle persone fisiche  e  delle partite I.V.A.  del settore privato  verso  le casse pubbliche  (di tutti i livelli politici  e  amministrativi),    meno risorse hanno a disposizione i cittadini per migliorare le proprie condizioni di vita  e  più devono tirare a campare  "nell'arte di arrangiarsi"   perchè se le risorse disponibili restano invariate  oppure  addirittura diminuiscono,   in presenza di esigenze  e  bisogni sempre crescenti  e  nella materiale impossibilità di trasformare le pietre in oro  e  la carta straccia nel  "Re di denari",    per sopravvivere decentemente  ed  evitare di soccombere si deve essere oppure diventare  "creativi"   (e qui il Gufo preferisce non essere più esplicito,   perchè chiunque legge è in  grado di comprendere benissimo ciò che il Gufo intende con la parola  "creatività").       Ci sarebbe anche  "l'effetto collaterale"  della crescita esponenziale dei casi di depressione  e  di un disagio esistenziale sempre crescente che ormai in diversi ospedali di altissimo livello della ricchissima Regione Lombardia  (in cui la Sanità rispetto ad altre Regioni è di qualità eccellente)   registra come  "secondo centro di spesa pubblica sanitaria"   proprio il settore che riguarda questo tipo di patologie,   ma facciamo finta per il momento che questo ulteriore problema sociale non esista per concentrarci sul problema di  "meno 2.000 abitanti rispetto all'anno precedente"  evidenziato sulle pagine dell'Eco di Bergamo.

Quando il Gufo ha visitato Genova insieme all'A.V.I.S.  della  "zona del Basso Sebino"  la guida turistica locale descriveva di una città in stato di abbandono,    progettata da fior di urbanisti per sopportare  e  supportare le esigenze di una futura popolazione di un milione di abitanti in quella che doveva essere  "la crescita esponenziale  e  infinita"  del periodo d'oro del secolo scorso  e  che invece è talmente collassata che adesso  "la città progettata per un milione di abitanti"  ne ospita a fatica poco più della metà,    con un crollo delle entrate da imposte locali  (meno contribuenti uguale meno incassi  e  meno forza disponibile per i servizi  e  per le manutenzioni necessarie per mantenere il decoro  e  un decente livello di ordine e pulizia nella città)   che ne determina il lento declino  e  rischia di portare entro pochi anni al vero e proprio degrado urbano.      Il Gufo ha una linea drastica in proposito che coincide con quella proposta da Massimo Fini in numerosi suoi articoli sul suo blog:   bisogna accelerare il processo di  "decrescita"   (non importa se  "felice"  oppure  "infelice")   che è in corso di svolgimento,   per ritornare a un Medio Evo il quale tra l'altro fu il  "periodo d'oro"  non solo della grande pittura olandese,    ma anche di tutte le Arti e Professioni / Mestieri di quella Italia che non esisteva come nazione,   ma che proponeva tradizioni di eccellenza  (nei suoi mille feudi  e  campanili)   come le Repubbliche Marinare di Genova  e  di Pisa,    il Granducato di Mantova,   la Serenissima Repubblica di Venezia con il Doge che celebrava i solenni matrimoni sulla nave del Bucintoro,    il Regno dei Savoia in  Piemonte  e  in Sardegna,    la Lombardia sotto la dominazione dell'efficientissima burocrazia dell'Impero Austro Ungarico  oppure  il Regno delle Due Sicilie in cui grazie alla meraviglia della Reggia di Caserta il Re decise di progettare e realizzare la  "prima strada ferrata"  in Italia,   quella che collegava Napoli alla Reggia.

L'artigiano non era  "l'ultima ruota del carro"  da tassare  e  da spremere come un  "bancomat"  da parte dell'Agenzia delle Entrate  e  della fiscalità italiana  ma  la sua bottega era luogo di insegnamento di Arte  e  Mestieri per eccellenza,   in cui gli artigiani si sfidavano per guadagnare la stima dei nobili  e  dei mercanti perchè una bottega artigianale  "di fama e di prestigio"   attraeva i figli degli strati più ricchi della popolazione,   disposti a pagare di tasca loro pur di introdurre il figlio in una bottega dove potesse imparare  e  acquisire conoscenze pratiche  e  teoriche di altissimo livello.     Lo Sport  e  l'Arte erano finanziati da appassionati  "mecenati"  locali che lo facevano esclusivamente per passione  e  per fare guadagnare prestigio alla loro città,    fiorivano in Italia nei  "secoli oscuri"  del Medio Evo i meravigliosi scrittori della Toscana  e  una marea di pittori di altissimo livello ancora oggi prestigiosi  e  ammirati in tutti i musei principali del mondo;    le città avevano poche migliaia di abitanti  e  il tempo libero disponibile era considerato  "una ricchezza"  molto più del denaro  e  del consumismo sfrenato,    "l'uomo"  era  "uomo"  (nel bene e nel male)   e  non  "un consumatore",    il baratto era certamente un sistema più democratico delle follie finanziarie di oggi perchè frutto di una valutazione dei prodotti artigianali  e  manuali  e  non di  "algoritmi"  e  altre parole obbrobriose che non hanno alcun senso.    Il Gufo sogna un ritorno alla tradizione  e  alla  "decrescita felice"  e  proprio in virtù di questa sua antica vocazione al declino  e  alla estinzione di sè stesso prima ancora che  "del resto del mondo",     aveva visto nell'esperimento  "giallo verde"   delle fasi originarie  (che purtroppo sono state tradite  e  sopraffatte dal carrierismo sfrenato  e  dalla  "voglia di poltrona"  di molti arrivisti ed opportunisti)   quella illusione che il sogno si sarebbe realizzato,   e  avrebbe fatto precipitare l'Italia in pochi anni nella  "decrescita"   che altro non è che il processo di ritorno alle antiche origini  e  di ripristino di una vita più lenta,   più tranquilla e riposata,    "a misura di Gufo",    in cui le persone non procedono con passo frenetico  e  a grande velocità  ma  con un passo lento,   assiduo  e  costante   e  che non ha altra visione del futuro rispetto a quel declino che sarà l'unica via di uscita dal tunnel  e  la strada più diretta che ci riporta alla felicità       


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