sabato 27 luglio 2019

QUELLA "PICCOLA DISNEYLAND CASTELLESE" CHE NON VEDRA' MAI PIU' LA LUCE

Se alla fine di una lunga ed estenuante vicenda nell'area delle ex Fonderie di Quintano nascerà il  "nuovo"  centro commerciale,   oltre al ripescaggio di una idea che aveva iniziato a portare avanti la ex Giunta monocolore leghista non meno di 15 anni fa  quel  centro commerciale non sarà solitario come il Gufo sul trespolo,   ma sarà  "in ottima e abbondante compagnia":   nel raggio di circa 50 km.  di spazio uniti tra di loro da distanze di meno di un'ora uno dall'altro avremo il Centro Commerciale  "Europa"  di Palazzolo sull'Oglio,    il Centro Commerciale  "Le Torbiere"  in una delle frazioni del Comune di Corte Franca,   il Centro Commerciale  "Le Acciaierie"  a  Cortenuova  (nelle immediate vicinanze di Cividate al Piano  e  di Palosco),    poi si stanno facendo largo i punti di distribuzione del Conad  (quelli di Grumello del Monte  e  di Capriolo sono quasi dei  "mini centri commerciali"  perchè oltre al tradizionale supermercato possiamo trovare il bar  e  l'agenzia di viaggi a Capriolo  oppure  vari esercizi come il  "solarium"  e  la cooperativa che si occupa di cure dentali a Grumello del Monte),   abbiamo ovviamente appena fuori dal casello autostradale di Bergamo il mitico Centro Commerciale  "Orio Center"  di Orio al Serio,    il Centro Commerciale  "Le Due Torri"  a  Stezzano,   il Centro Commerciale  "Le Porte Franche"  nelle immediate vicinanze del casello autostradale di Rovato / Erbusco,    il Centro Commerciale Curno,    il Centro Commerciale di Albano Sant'Alessandro,    il Centro Italmark di Chiari;    a tutte queste strutture vanno aggiunti i diversi supermercati  e  "punti vendita"  della catena della grande distribuzione presenti in grande quantità nei Comuni della zona descritta dal Gufo in questo post.

Come minimo quindi Benini  "scopre l'acqua calda"  e  si accoda con grande ritardo al  "coro degli angeli"  che stanno segando le gambe ai piccoli esercizi commerciali di ogni paesello,    con Tagliuno che si sta letteralmente spegnendo  (nella sola via centrale del paesello,    in piena S.P. 91,   ha appena chiuso attività la ex pasticceria  mentre  la ex farmacia si è trasferita di qualche centinaia di metri lasciando vuoto quel negozio,    mentre di altri piccoli esercizi che al momento stanno in piedi letteralmente per puro miracolo probabilmente tra qualche anno esisterà solamente il ricordo);    peraltro anche il pretoriano non è diverso da Benini nella mentalità,   visto che i suo atti politici più significativi  (ricordiamo che nella precedente legislatura appena conclusa egli era consigliere comunale capo gruppo di lista con delega al Commercio)    in materia di commercio locale sono stati l'abbandono  "di fatto"  del Distretto del Commercio che ormai resta nelle sole mani del Comune di Sarnico,   il  "nulla di fatto"  in presenza di grandi eventi internazionali come  "EXPO MILANO 2015"  e  "Floating Piers 2016"   che a Castelli Calepio non hanno praticamente lasciato la minima traccia,    l'aumento dell'aliquota I.M.U.  dal 8,90 per mille al 10,60  per  mille  sugli  immobili di categoria  "C1"   (ossia sui negozi di proprietà del commerciante)   e  in questa legislatura si va verso l'abolizione dell'evento  "Calici di stelle"   e  verso un possibile aumento della TARI  generato  da un pasticcio colossale nella gestione di una vicenda che ha portato addirittura all'emersione di un  "debito fuori bilancio".       Non solo la politica dei centri commerciali consuma suolo,   elimina spazi verdi,   aumenta a dismisura traffico  e  inquinamento,    e  tutto ciò di cui si parla  e  straparla da anni:    ma siccome i Comuni devono tenere in piedi il carrozzone a suon di entrate da oneri di urbanizzazione  e  da I.M.U.  /  T.A.S.I.,      ogni nuova operazione di questo genere introduce il rischio che quando la crisi economica  e  finanziaria colpirà l'operatore proprietario dell'area edificabile  oppure  della struttura inizieranno a venire a meno i versamenti delle tasse locali  e  quindi tutto ciò finirà in quel tritacarne contabile che è il  "fondo crediti di dubbia esigibilità"   che qui a Castelli Calepio ha raggiunto livelli intollerabili  e  quasi scandalosi sia nell'ammontare  che  nei tempi di formazione delle sofferenze creditizie.    L'ultimo  "effetto collaterale"  è  quello di cui non vi parlerà mai nessuno,    ma che è in pieno svolgimento:    per evitare il collasso di queste strutture   (molte delle quali senza  "premi,   incentivi  ecc...."    sarebbero sull'orlo dell'abisso)    la soluzione sempre più frequente  e  diffusa è quella di sostituire una parte della retribuzione dei lavoratori dipendenti con  "buoni pasto  e  buoni spesa"   da spendere ovviamente in queste strutture commerciali;     in una parte della retribuzione del dipendente,    in cambio del vantaggio immediato della  "gallina da mangiare oggi",    viene a meno  "l'uovo domani"   (perchè i buoni già spesi non si tradurranno in T.F.R.  oppure  in contributi che contribuiscono a formare la base imponibile su cui si calcolerà la futura pensione),    oltre a tentare di tenere in piedi il fatiscente carrozzone dei  "consumi illimitati in crescita esponenziale"   che prima o poi  (ma con tempi di avvicinamento al baratro sempre più veloci)   porterà al definitivo collasso del sistema economico per il venire a meno  e  l'esaurimento fisico delle risorse che sono state sprecate a inseguire l'effimero.    Ecco,   nel 2012  un  lungimirante Benini diceva  "NO"  al centro commerciale perchè esso era  "futile ed effimero,   un'illusione che dura pochi anni"   e  immaginava di creare in quell'area una piccola  "Disneyland in versione castellese":    poi è venuto a mancare il Gufo,   e  dal sogno della piccola Disneyland locale  si è passati alla solita  "minestra riscaldata"  del centro commerciale        

   

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