domenica 25 agosto 2019

"GRAN PARTE DI CIO' CHE SI RITIENE FOLLIA, IN REALTA' E' SOLO ECCESSIVA SENSIBILITA'" E "ANCHE DIO VEDRA' IN ME UN PAZZO, QUANDO UN GIORNO MI CHIAMERA' A SE'?": IL POPOLO DI BAVIERA DA DUE SECOLI HA RISPOSTO, RE LUDWIG II NON ERA "MALATO DI MENTE"

Nella località di Schwangau  (immediate vicinanze di Fussen)  in Baviera da circa un secolo,   dopo l'apertura ufficiale dei Castelli delle Favole di Hohenschwangau  e  di Neuschweinstein,   milioni di turisti ogni anno affollano la località che quindi  "vive di rendita"  di turismo  e  di eventi culturali,   e  fatta eccezione per questi ultimi due anni in cui si registra un calo di presenze  (anche la Germania è in recessione economica),       Nel Castello di Linderhof,   accanto allo stile sfarzoso di una Reggia ispirata a quella di Versailles,   immerso in un parco di enormi dimensioni,   a un certo punto del percorso si può visitare  "la casa marocchina",    una costruzione di stile orientale:  il Re bavarese aveva una cultura personale ampia e aperta a tutti gli orizzonti,   e  quindi non disdegnava di inserire elementi di cultura  "orientali"   (in questo caso di origine nord africana)   nei suoi stessi progetti più importanti,    quelli della costruzione dei Castelli delle Favole.    

Il cancelliere Otto Von Bismark,   vero e proprio  "dominatore assoluto"  della politica prussiana  (prima dell'unificazione della Germania nel 1866)  e  poi della politica tedesca,   non solo era un grande estimatore di Re Ludwig II,    ma teneva con lui regolare corrispondenza.   Nelle sue  "Memorie"  il Cancelliere tedesco stesso conferma questa circostanza  "da quando salì al trono fino al termine della sua vita,   sono rimasto con lui in buone relazioni  e  in rapporto epistolare abbastanza frequente;   ho sempre avuto l'impressione di un sovrano di chiare idee politiche,   animato da spirito nazionale tedesco,   pur se particolarmente attaccato al mantenimento del principio federativo nel Reich  e  ai privilegi costituzionali del Regno di Baviera";    in pratica il Re Ludwig II  che  sognava per sè stesso i poteri di un  "vero"  monarca assoluto all'interno del territorio della Baviera,   agiva all'interno di una Costituzione tedesca di tipo federalista che concedeva a quella Regione un'ampia autonomia,    e  non era il primo  (e nemmeno l'ultimo)   che sognava di governare con  "i pieni poteri".     Re Ludwig II dichiarava spesso che  "conscio della sacralità e della dignità del proprio Ufficio"  aveva come obiettivo politico quello di realizzare l'immagine di un Regno in cui le Arti  e  la Cultura fossero floride:   al Gufo non risulta affatto che sia  "indizio di malattia mentale"  quello di indebitarsi personalmente  (peraltro pagando di tasca propria sia la progettazione che la realizzazione dei Castelli delle Favole,   senza attingere alle casse pubbliche statali)   per realizzare delle opere pubbliche  oppure  per finanziare un compositore  e  musicista di valore e fama internazionale indiscutibile come Richard Wagner,     semmai questo tipo di spese erano perfettamente coerenti  e  in logica conseguenza di chi aveva come obiettivo quello di fare fiorire nel Regno di Baviera le Arti,   la Musica  e  la Cultura.    Quando fu presa la decisione di dichiarare Re Ludwig II  "malato di mente"  e  di procedere alla sua destituzione,   non solo il Cancelliere Otto Von Bismark  (esprimendo pubblicamente gravi dubbi di irregolarità in quella arbitraria procedura)   gli consigliò di recarsi personalmente alla Camera legislativa della Baviera  e  davanti al popolo di Monaco di Baviera per dimostrare che era perfettamente sano di mente  e  per fare valere i suoi diritti nelle sedi opportune,    ma non si tenne in considerazione che dei 14 milioni di marchi che erano il debito personale di Re Ludwig II  una  parte considerevole era  "coperta"  personalmente da Otto Von Bismark,   anche in qualità di garante,    fatto assai insolito e strampalato  perchè  sarebbe stato impensabile che il politico più abile,  esperto e navigato di Germania  si sarebbe esposto pubblicamente in quel modo a favore di un  "malato di mente".      Richard Wagner,   finanziato personalmente dal re bavarese che lo ospitava spesso nei suoi Castelli delle Favole,   era un estimatore profondo di Ludwig II  e  molti incontri con il Re ispirarono alcune delle sue opere più famose,   che hanno fatto la storia e la leggenda della Musica non solo in Germania ma anche a livello internazionale:    quindi i generosi finanziamenti personali del Re  "malato di mente"  contribuirono in modo decisivo  e  determinante alla creazione e alla produzione artistica di uno dei più grandi musicisti di Germania  e  di tutti i tempi a livello europeo  e  mondiale.    

Non esistono prove concrete che trascurava gravemente i suoi adempimenti quotidiani da monarca costituzionale,   e  che se ne fregava delle pratiche quotidiane che le leggi attribuivano al Re bavarese;   semmai egli  "avvisava"  ministri  e  funzionari che la Casa Reale avrebbe dedicato maggiore attenzione,   risorse finanziarie  ed  energie alle politiche culturali piuttosto che alle spese militari;    questo fatto sarebbe da considerare encomiabile,   in un momento  e  in un contesto storico generale in cui l'Europa  (a partire dalla stessa Germania  e  dall'Impero Austro Ungarico)   degenerava rapidamente verso una deriva imperialista  e  guerrafondaia che l'avrebbe fatta precipitare pochi anni dopo la morte di Re Ludwig II nell'abisso drammatico della Prima Guerra Mondiale.   Anzi,  in un dibattito alla Camera in cui era in discussione la sua proposta di ridurre l'esercizio finanziario  e  la sessione di bilancio da un periodo di sei anni a un periodo di due anni,   egli fece notare l'incoerenza politica  e  decisionale  a un deputato che qualche anno prima era contrario  e  che improvvisamente con strampalato  "giro di valzer"  diventava favorevole alla proposta   (il deputato era convinto che la riduzione dell'esercizio finanziario sarebbe stata favorevole per la Baviera,   ma aveva votato contro per puro servilismo perchè il padre di Re Ludwig II  era  contrario;    adesso dopo la morte del padre il nuovo Re era Ludwig II,   e  il deputato visto che era  "cambiato il vento"  votava a favore di tale proposta)   e  disse  "come può un Re,   come poteva mio padre,   sapere la verità se gli stessi suoi consiglieri oggi si esprimono in un modo  e  domani in un altro modo,   anzichè manifestare la loro opinione secondo scienza  e  coscienza?".     Probabilmente al Re bavarese non piacevano i politici trasformisti  e  opportunisti che cambiavano idea a seconda delle circostanze  e  della  "direzione del vento",    ma nemmeno questo può essere considerato un elemento di stravaganza  e  un indizio di  "malattia mentale".

Contro il Re bavarese alcuni degli argomenti risultati successivamente decisivi per la dichiarazione di  "malattia mentale"  non erano altro che i pettegolezzi della propria servitù,   alcuni dei quali arrivarono letteralmente al punto di  "rovistare nella spazzatura  e  nel cestino della carta straccia"  per consegnare agli avversari del Re foglietti scritti magari in un momento di sconforto,   ma che non potevano avere la stessa rilevanza  e  valore della corrispondenza ufficiale degli affari statali che il Re teneva regolarmente non solo con il Cancelliere Otto Von Bismark,   ma anche con altri politici  e  funzionari tedeschi  e  bavaresi.   Purtroppo il Re aveva rotto il fidanzamento ufficiale con la principessa Sofia Carlotta di Baviera  (sua cugina,   e sorella della famosa Imperatrice Elisabetta d'Austria detta  "Sissi")   e  da quel momento aumentarono a dismisura voci di una tendenza omosessuale del Re bavarese,   fatto che in quelle Corti che spesso erano popolate da tromboni ipocriti  e  da formalisti  "baciapile"  non poteva fare altro che destare scandalo  e  sorpresa.

L'elemento di scandalo del debito di 14 milioni di marchi  (di cui una parte di essa già regolata,   anche per la presenza di persone affidabili che in qualità di avallanti  e  garanti coprivano una parte consistente di quella somma)   non era insormontabile per un monarca che tra entrate derivanti dal proprio patrimonio  e  stipendio percepito per l'assolvimento dei suoi doveri di ufficio poteva disporre di un reddito annuale di circa 4 milioni di marchi;    a prendere l'iniziativa di dichiarare  "malato di mente"  il Re fu una congiura di Palazzo guidata dal Conte Holnstein,   che era precedentemente caduto in disgrazia  (politica)  proprio per contrasti con il monarca bavarese;    uno dei congiurati fu il presidente del Consiglio dei Ministri bavarese Lutz,   che semmai vista l'altissima funzione che ricopriva avrebbe dovuto dare serie spiegazioni politiche di come era stato possibile l'accumularsi di un debito di 14 milioni di marchi senza che lui ne fosse venuto a conoscenza,   oppure senza che lui avesse  "mosso un dito"  per correggere questa situazione.

Sulla perizia medica,   ormai è certo che essa fu redatta in modo frettoloso  e  senza prima avere visitato ed esaminato il Re bavarese;    le testimonianze della servitù  furono considerate  più rilevanti dell'opinione del medico personale di Ludwig II,   che non fu nemmeno consultato da coloro che redigevano la perizia.      Non solo essa fu considerata  "più che dubbia"  dal punto di vista dell'attendibilità medica  e  scientifica delle conclusioni a cui si era pervenuti,    ma lo stesso Cancelliere tedesco Otto Von Bismark dichiarò proprio in quei giorni  "la psichiatria come strumento per rimuovere un Re mi dà sempre da pensare;   io suppongo che ci siano degli intrighi di Palazzo  e  ho l'impressione che i ministri bavaresi,    poichè non possono più reggersi da soli,   intendano eliminare il Re".    Tra l'altro la perizia medica fu chiaramente  "di parte"  e  incompleta ai limiti della faziosità:   essa conteneva solamente elementi  e  prove a carico del Re,   mentre non fu tenuta nella minima considerazione l'esibizione di un'ampia documentazione  (circa 300 ordinanze  e  disposizioni scritte,    emanate personalmente da Re Ludwig II negli ultimi anni della sua esistenza,   che non contenevano alcun indizio di un eventuale squilibrio mentale del monarca)   raccolta dal suo segretario particolare Schneider.

Restano,   le ultime parole significative di Re Ludwig II,   sulle quali il Gufo invita tutti a riflettere  "sembra che nel bilancio della vita ci sia posto solamente per una categoria di uomini;   chi vuole essere qualcosa deve essere rozzo,   rude  e  flemmatico;   chi è di altra specie,   da amici e nemici viene definito eccentrico"  e  aggiungeva  "gran parte di ciò che si ritiene follia,   in realtà è solo eccessiva sensibilità".     In pratica,  chi non urlava demagogicamente  oppure  chi  "cantava fuori dal coro"  dell'opinione pubblica dominante era destinato a essere deriso,   disprezzato  e  addirittura calunniato con l'accusa più infamante,   quella di essere  "un malato di mente";    e  la sua vita si conclude con la domanda  "anche Dio vedrà in me un pazzo,   quando un giorno mi chiamerà a sè?".     Festeggiando solennemente tutti gli anni  (nel paesello di Oberammergau,   vicino al Castello delle Favole di Linderhof)   il compleanno del loro Re,   affollando la cerimonia funebre con un record di partecipazione popolare  e  di commozione mai vista prima di quel momento  (e mai vista da quel momento in avanti)   in Baviera  e  nemmeno nel resto della Germania,   il popolo della Baviera ha dato la sua risposta.    Re Ludwig II  non era pazzo,   forse non governava come un monarca assoluto  "per grazia di Dio",    ma certamente  (pur chiudendosi nel suo mondo ideale)   governava  "amato dal suo stesso popolo,   e  da due grandi uomini del suo tempo  (il Cancelliere tedesco Otto Von Bismarl  e  il musicista Richard Wagner)   che avevano visto in lui qualcosa di eccezionale"           

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