Romano Prodi non è un politico qualsiasi (sia all'interno del Partito Democratico che dell'intero mondo politico italiano), non è uno della "Sagra dei Bolliti"; è stato più volte parlamentare della Repubblica e Ministro della Repubblica, è stato due volte presidente del Consiglio (e, questa è una opinione personale del Gufo, non ha governato male, certamente non peggio dei suoi successori) ed è stato una volta presidente della Commissione Europea. L'intervista di oggi, in cui propone per l'Italia "un governo Ursula" (anzi per essere "italiani" nella versione letteraria e nella citazione, "un governo Orsola") è una caduta di stile di una tristezza infinita perchè poteva essere comprensibile da parte di uno qualsiasi dei politicanti urlanti di questa inetta e inconcludente legislatura, ma non da chi fu presidente del Consiglio e presidente della Commissione Europea. Quella frase tradisce "voglia di cessione della sovranità nazionale", desiderio di passività e di servilismo nei confronti delle istituzioni dell'Unione Europea, la volontà di "farsi dettare la linea politica" dalle nazioni più forti come la Germania; non emerge il desiderio di fare valere le proprie ragioni, magari anche alzando la voce (perchè è più leale chi alza la voce per sostenere con forza le proprie idee del servile esecutore delle volontà altrui, che in quanto servile e opportunista appena cambia la direzione del vento della Storia e della Politica sarà pronto a "fare il salto della quaglia" e a tradire in cinque minuti la parola data), emerge la "solita" piccola Italia pronta a fare "da ruota di scorta" a qualunque super potenza straniera, non ha importanza se si tratta (a seconda di chi è il politicante che comanda in quel momento) della Russia oppure degli Stati Uniti d'America oppure di Francia e Germania. "Franza oppure Spagna purchè se magna" non morirà mai, nel momento in cui appena collassato un governo inconcludente e fatiscente non solo un partito come il Partito Democratico ha l'ambizione ("ambizione" si fa per dire....) di fare "da stampella politica" a uno dei due partiti corresponsabili del malgoverno e della crisi dei primi quindici mesi della legislatura, ma addirittura (una volta tirato insieme un nuovo governo per allontanare il pericolo di elezioni politiche anticipate) di utilizzare come formuletta politica "il governo Orsola", il governo della Germania che impone all'Italia la linea politica ed economica e in cui i nostri futuri ministri dovrebbero fare i meri esecutori delle volontà della presidente (tedesca) della Commissione Europea. Magari qualcuno si aspettava di più da un volpone democristiano della Prima Repubblica, ma non il Gufo che da una vita intera considera i governi democristiani della Prima Repubblica come "l'inizio del declino" della nostra nazione, e forse per assurdo è meno ipocrita a questo punto certificare di fatto quello che è il nostro presente (e si spera non il nostro futuro), ossia di essere "sudditi" della Germania perchè uno dei nostri partiti più importanti, anzichè combattere e lottare per tentare di fermare il declino della nazione, ha già di fatto deciso di arrendersi
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