La costituzione di un nuovo Comune, che può avvenire in seguito a due diverse tipologie di eventi (per fusione di diversi Comuni oppure per scorporo e scissione di una frazione oppure di una porzione di territorio da un Comune già esistente) non è una strampalata idea di Ferragosto dello scrittore solitario, ma una situazione che si è già verificata diverse volte in Italia, dove si sono costituiti Comuni in conseguenza di fusioni tra Comuni già esistenti oppure per scorporo e scissione di una frazione da un Comune che era "unitario". Uno dei casi più clamorosi è quello della legge regionale della Lombardia numero 13 del 22 maggio 2004, che ha definitivamente dato "via libera" alla costituzione del Comune di Baranzate dopo una lunga ed estenuante "battaglia per la libertà" portata avanti per iniziativa di un comitato denominato "Uniti per Baranzate", che dopo un referendum popolare e un'istanza promossa due volte in Regione (la prima volta bocciata dalla Corte Costituzionale nel 2003, la seconda volta andata a buon fine) ha visto nascere il proprio Comune, in conseguenza di scorporo e scissione della frazione dal Comune originario di Bollate.
Il primo passo della lotta per la libertà è quindi L'INIZIATIVA DI UN GRUPPO DI CITTADINI E LA RICHIESTA DI REFERENDUM CONSULTIVO, che mediante raccolta di firme e istanza motivata deve richiedere che tutti gli elettori dell'intero territorio del Comune originario (nel nostro caso, sia le due "frazioni ribelli" di Cividino e di Quintano che le altre due frazioni di Tagliuno e di Calepio che dovrebbero subire la decurtazione del territorio comunale) possa essere consultato mediante referendum popolare; questo perchè le sentenze della Corte Costituzionale e la stessa legge regionale richiedono che siano chiamati al voto tutti i cittadini "interessati" dalla vicenda, e se sono certamente interessati coloro che vogliono andare via dal Comune originario per costituire un nuovo Comune, non meno "interessati" sono quelli delle altre due frazioni, perchè le conseguenze della scissione coinvolgerebbero anche loro, magari favorevolmente visto che non tutti i cittadini residenti a Tagliuno e a Calepio vedono "la soluzione unitaria" come quella ideale. In mancanza di questa prima iniziativa, e della consultazione popolare, il processo che porta alla libertà non può nemmeno avere inizio; il Gufo fa presente che il parere del sindaco oppure di altri assessori e consiglieri comunali in queste vicende non conta una mazza, perchè la costituzione di Comuni viene sancita e formalizzata con legge regionale ed è quindi davanti alla Regione che queste iniziative vanno proposte (e questa è una considerazione del tutto ovvia ed evidente, perchè qualunque sindaco e maggioranza sono "naturalmente" contrari a una eventuale decurtazione del territorio da loro amministrato).
Il secondo principio, una volta celebrato il referendum e preso atto che esiste una maggioranza favorevole alla scissione e alla costituzione di un nuovo Comune (e dopo avere anche preso atto che "tutti gli elettori delle zone interessate sono stati consultati" e hanno votato al referendum), è quello di INVARIANZA DELLA SPESA. Il Comune che nasce e viene a formarsi, dopo che la legge regionale ha individuato catastalmente con precisione le aree appartenenti al "nuovo" e al "vecchio" Comune e i confini fisici e geografici dei due territori, dopo "spartizione dei pani e dei pesci" viene a formarsi a "principio di invarianza della spesa", ossia la formazione delle strutture dei due Comuni avviene (almeno in origine) senza spese di funzionamento aggiuntive rispetto a quelle già esistenti. Il Comune che viene a formarsi inizialmente sarà amministrato da un commissario prefettizio per l'ordinaria amministrazione, in attesa che con il primo turno disponibile a livello nazionale per le consultazioni elettorali possano essere eletti i suoi organi amministrativi (Consiglio Comunale e sindaco) e possa formarsi quindi il suo primo governo ufficiale, che sarà quello che organizzerà e avvierà il funzionamento della macchina politica e amministrativa del nuovo Comune.
Il terzo momento discende direttamente dal secondo: una volta individuati tutti gli immobili e le aree posizionate nel nuovo Comune, saranno deliberate le aliquote delle tasse locali (I.M.U., T.A.S.I., addizionale comunale, T.A.R.I.) e le indennità di funzionamento di sindaco e assessori; quindi il nuovo Comune sarà l'Ente che provvederà a riscuotere le tasse locali relative ad immobili e aree edificabili presenti fisicamente nel suo territorio comunale e individuati catastalmente dalla legge regionale che costituisce formalmente quel Comune. Il Gufo tralascia tutte le eventuali questioni giuridiche legate a eventuali contenziosi e litigi nella fase di "ripartizione dei pani e dei pesci" perchè anche il Comune che subisce la decurtazione, già gravato dalla secessione, non potrà mai permettersi di esagerare in spese per contenziosi legali (dalla durata di diversi anni e dall'esito quanto mai incerto) per non rischiare di sprecare tutte le residue risorse in inutili rivendicazioni e avrà quindi tutto l'interesse ad arrivare rapidamente alla "separazione consensuale" con una equa distribuzione di debiti e risorse tra i due Enti.
Cividino e Quintano, il cui prefisso telefonico "030" è diverso da quello delle frazioni di Tagliuno e di Calepio, sono geograficamente molto più separate e distanti dalle altre due frazioni rispetto a Palazzolo sull'Oglio (a cui sono fisicamente "incollate", esattamente come Tagliuno è "incollata" fisicamente a Grumello del Monte e Calepio confina direttamente con Credaro), esiste già una volontà scissionista "strisciante" da parte della classe politica locale con la rinuncia formale a progettare un unico polo scolastico per tutto il territorio comunale che è stata resa evidente con l'approvazione della variante generale al P.G.T. del 31 ottobre 2017 in cui si progettano due diversi poli scolastici (quello di Tagliuno e quello di Cividino e Quintano), esistono un Oratorio per ognuna delle frazioni, due squadre di calcio principali, la medesima associazione di volontariato di solito ha una rappresentanza di Castelli Calepio e una rappresentanza di Cividino Quintano, e si sono verificati in due delle ultime tre elezioni comunali (quelle del 2009 e del 2019) due diverse maggioranze politiche, una a Cividino e Quintano che ha premiato la Lega finita entrambe le volte in minoranza, una nella "Capitale" e nella frazione di Calepio che ha premiato la lista che ha vinto le elezioni. La spaccatura politica è addirittura clamorosa nell'attuale composizione del Consiglio Comunale (la maggioranza, fatta eccezione per due consiglieri, è formata da rappresentanti quasi tutti residenti nelle frazioni di Tagliuno e di Calepio mentre tre consiglieri di minoranza su quattro sono residenti nella frazione di Cividino), addirittura la maggioranza attuale che va in giro a dire che ha ottenuto "un plebiscito popolare" e una vittoria trionfale è stata nettamente sconfitta nella sezione elettorale numero 6, quella che identifica la frazione di Quintano, dove ha preso solamente il 21% dei consensi degli elettori aventi diritto al voto di quella singola sezione elettorale. Il primo partito di Castelli Calepio come numero di consensi, la Lega, ha una segreteria locale composta quasi esclusivamente da militanti residenti nelle due frazioni di Cividino e raccoglie più voti e consensi nelle due "frazioni ribelli" malgrado esse sulla carta abbiano un numero inferiore di elettori aventi diritto al voto, e quindi esistono non solo "motivi di campanile" ma anche circostanze politiche attuali che sono segnali inequivocabili di divisione in due del territorio comunale. Il Gufo chiede (e si chiede) se non è giusto "tagliare una volta per tutte" ogni dubbio, con quel referendum che ci direbbe realmente come la pensa il popolo, e che potrebbe restituire a una parte del popolo la propria libertà....
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