E' stata la "giornata di fuoco" in cui si lancia in pista la Grande Promessa (su "Araberara"): il centro commerciale nell'area ex Fonderie Quintano sarà pronto tra poco più di un anno, la convenzione sottoscritta con il nuovo operatore (quello interessato a subentrare all'attuale operatore) sta per arrivare in aula di Consiglio Comunale, e prima della fine della legislatura sarà finalmente realizzata "la madre di tutte le strade", la variantina alla S.P. 91 di cui a Castelli Calepio si parla da mezzo secolo, ma della quale non è mai stata posata nemmeno la mitica "prima pietra" inaugurale di inizio lavori.
Purtroppo "Araberara" è un bisettimanale (anzi, in coincidenza con le ferie estive del mese di agosto questo numero è uscito tre settimane più tardi di quello precedente), e nel frattempo sono arrivate una ordinanza sindacale urgente, alcune segnalazioni dei cittadini residenti nelle immediate vicinanze dell'area delle ex Fonderie Quintano, e l'articolo scritto dal consigliere di minoranza Massimiliano Chiari di "Castelli Calepio Cambia" sempre su "Araberara" che cambiano lo scenario della favola che viene raccontata da anni, e riportano al centro della scena la realtà (la quale inizialmente e nel breve periodo soccombe sempre rispetto alla narrazione e alla finzione con cui si cerca di incantare l'elettorato approfittando del fatto che "la folla è femmina", ma che poi nel medio e lungo periodo recupera terreno e va a imporsi sulla favola, rischiando di seppellire i sogni più belli e irrealizzabili dell'Uomo del "FARE" e la sua narrazione politica di colui che agisce con "#FATTI E NON PAROLE" e non perde tempo in chiacchiere inutili).
MASSIMILIANO CHIARI per l'ennesima volta mette in evidenza che la variantina alla S.P. 91 così come è stata pensata nella variante generale al P.G.T. approvata dalla ex maggioranza Lega - Forza Italia in data 31 ottobre 2017 (fu l'ultima occasione in cui la ex maggioranza votò in modo compatto, senza assenze "strategiche" e senza voti contrari oppure di astensione) difficilmente otterrà il "via libera" dalla Regione Lombardia: per ottenere la deroga rispetto alla legge che tutela i parchi naturali come quello della zona "Oglio Nord" (deroga alla legge regionale della Lombardia numero 86 del 1983, articolo 18 comma 6 / ter) e quindi per attraversare fisicamente l'area su cui insiste il parco naturale il Comune di Castelli Calepio non solo deve dimostrare che l'opera è "strategica e di importanza sovra comunale" in quanto non esistono altre soluzioni alternative per risolvere il nodo del traffico del centro di Tagliuno (questa dimostrazione serve solamente per avere un "via libera con riserva" dall'Ente Parco Oglio Nord, ma quella "riserva" poi deve essere a sua volta esaminata dagli uffici della Regione Lombardia prima del parere definitivo) ma si deve ottenere l'inserimento dell'opera, una volta completata la fase di progettazione esecutiva, nel Piano Triennale della Mobilità e dei Trasporti della Regione Lombardia; peraltro non si può nemmeno gridare al complotto dei "comunisti che remano contro" perchè a Castelli Calepio negli ultimi 20 anni hanno dominato Giunte monocolori leghiste e Giunte presiedute da sindaci ex tesserati del Popolo della Libertà, e nello stesso periodo in Regione dominavano (e dominano ancora oggi) Giunte di centro destra a maggioranza Lega - Forza Italia, sia con presidenti di Regione di Forza Italia che con presidenti di Regione tesserati militanti della Lega. La situazione attuale è che, malgrado una mozione che fu approvata su iniziativa dei consiglieri regionali di Lega e Forza Italia quando la maggioranza era ancora compatta (mozione a cui fu dato grande risalto e clamore) e dopo le alterne vicende di un protocollo di intesa prima firmato dall'ex presidente della Provincia e successivamente "sospeso" dal medesimo presidente provinciale che lo aveva sottoscritto, negli ultimi anni mai una sola volta nel Piano Triennale della Mobilità e Trasporti della Regione Lombardia è stato inserito il discorso della variantina alla S.P. 91, e prima del suo eventuale futuro inserimento c'è una lunga fila di altre opere che già da anni sono "ferme al palo" proprio perchè attendono questo fondamentale passaggio operativo. Peraltro queste cose le sa talmente bene la stessa ex maggioranza che "le volpi e i volpini" di Lega e Forza Italia nella precedente legislatura e nella variante generale al P.G.T. approvata il 31 ottobre 2017 in diversi passaggi tecnici preferiscono parlare di "ingombro" piuttosto che di "tracciato della variantina alla S.P. 91", giocando in modo abile e sottile su una singola parola e sperando in tal modo di nascondere "sotto una foglia di fico" ciò che è già in origine "incerto", per venderlo al popolo e ai cittadini come qualcosa di "certo" oppure quanto meno "possibile, probabile".
LE CRONACHE DELL'ECO DI BERGAMO, L'ORDINANZA DEL SINDACO E LE SEGNALAZIONI DEI CITTADINI RESIDENTI segnalano semmai l'esistenza di una priorità urgente (a tutela della salute pubblica dei cittadini residenti nella frazione di Quintano e dei cittadini residenti nel Comune di Palazzolo sull'Oglio nelle zone immediatamente limitrofe alla "linea di confine" tra i due territori comunali) che non è quella di realizzare il centro commerciale oppure la variantina alla S.P. 91, ma è l'esigenza di portare a termine nel più breve tempo possibile le operazioni di bonifica di un sito inquinato che da anni è invece inserito negli elenchi della Regione Lombardia (e nelle prime posizioni della classifica), nel poco entusiasmante settore dedicato ai siti più inquinati fisicamente ubicati sui territori dei Comuni della Provincia di Bergamo. In questi giorni abbiamo dovuto leggere, sia su un documento ufficiale come un'ordinanza pubblicata su albo pretorio "on line" del sito internet comunale sia sul principale quotidiano della Provincia di Bergamo (con un articolo in grande evidenza che occupava una pagina intera nelle cronache provinciali) di "fatiscenza dell'edificio", di "abbandono" di quei luoghi e di "latitanza" del Comune nell'agire per ripristinare un minimo di decoro, di un luogo diventato "ricettacolo di topi" dove crescono arbusti selvaggi, e addirittura segnalazioni di cittadini che affermano non solamente che alcuni pezzi di lamiera sono caduti nei loro giardini in seguito a un forte temporale estivo, ma che nella zona si aggira un serpente e anche una volpe, trionfo della "natura allo stato selvaggio" in una zona della periferia dell'Impero, nella "frazione dimenticata" di Quintano. Quando un paesello dà notizia e spettacolo di sè in questo modo, l'immagine di quel paesello viene compromessa perchè ahimè l'Eco di Bergamo è il giornale più letto dai nostri stessi concittadini, oltre che dai residenti nei Comuni limitrofi e confinanti rispetto a Castelli Calepio.
LA FIDEIUSSIONE E' LEGATA A UNA AUTORIZZAZIONE SCADUTA e qui la ex sindaca Clementina Belotti (Lega) fa notare che a forza di cincischiare e rimpallarsi reciprocamente le accuse e le responsabilità politiche, e a forza di "passare di mano in mano" in modo inconcludente nelle mani dell'Amministrazione successiva la problematica della bonifica dell'area ex Fonderie Quintano, il progetto della ex Giunta monocolore leghista del 2009 nel frattempo è scaduto, e non è stato nemmeno prorogato dalla ex maggioranza che ha governato nella legislatura appena conclusa: quindi anche la stessa possibilità del Comune di sostituirsi all'operatore attuale nei lavori di completamento della bonifica è legata a una fidejussione (che era stata rilasciata proprio a garanzia dello svolgimento dell'opera di bonifica) che si riferisce a una licenza lasciata scadere, su cui peraltro Comune e attuale operatore erano entrati in contenzioso legale proprio nel 2018. Si deve quindi andare ben due volte in Regione Lombardia, non solo per ottenere il "via libera" da parte della futura "variantina alla S.P. 91" ad attraversare la zona di interesse "naturale" del Parco Oglio Nord, ma innanzitutto per riottenere la licenza per costruire un nuovo centro commerciale nella zona ex Fonderie Quintano, dal quale si spera di ricavare tre milioni di euro di entrate da oneri di urbanizzazione (a cui vanno successivamente aggiunti gli standard qualitativi e gli eventuali servizi di sistemazione della viabilità nelle zone vicine all'area ex Fonderie Quintano da parte del nuovo operatore), una somma largamente insufficiente per finanziare l'importo messo a bilancio (6,5 milioni di euro) come "costo di previsione" della madre di tutte le strade. Peraltro il Gufo si limita ulteriormente a fare presente che la differenza non può essere coperta da finanziamento regionale oppure da mutuo prima che la Regione stessa non approvi l'inserimento del progetto nel "famoso e famigerato" Piano Triennale della Mobilità e Trasporti, conferendo con tale atto deliberativo ampie possibilità di essere preso in considerazione per l'erogazione di finanziamenti pubblici a copertura parziale del costo dell'opera di viabilità.
INFINE, SCENDE IN CAMPO IL COMUNE DI PALAZZOLO SULL'OGLIO che ha adesso non solo il diritto, ma anche il dovere di muoversi a tutela della salute pubblica dei propri cittadini che risiedono nel territorio comunale della cittadina bresciana nelle vie e nelle zone limitrofe all'area ex Fonderie Quintano: una delle segnalazioni di questi giorni è stata inviata "per conoscenza e affinchè provveda, per la parte di sua competenza" non solo al sindaco di Castelli Calepio ma anche al sindaco di Palazzolo sull'Oglio, e il gruppo consiliare di minoranza "MOS PALAZZOLO" (che ha come esponente in Consiglio Comunale Alessandro Mingardi, ex candidato sindaco alle recenti elezioni comunali palazzolesi) intende muoversi, acquisirà copia dell'articolo di giornale dell'Eco di Bergamo del 30 agosto e copia dell'articolo di giornale del presente numero di "Araberara", mentre a sua volta il consigliere di minoranza di "Castelli Calepio Cambia" Massimiliano Chiari ha già chiesto (con domanda di accesso agli atti) di venire immediatamente in possesso e a conoscenza di tutte le informazioni relative all'eventuale trattativa tra operatore attuale e soggetti interessati a subentrare nel progetto di realizzazione del nuovo centro commerciale, comprese eventuali "bozze di proposte e di accordi" da trasformare in convenzione.
Il Comune di Castelli Calepio quindi parte da solo (non ha mai coinvolto e nemmeno convocato i Comuni limitrofi della zona della Val Calepio e del Basso Sebino per "fare squadra"), anzi, rischia di tirarsi addosso la palese ostilità del più potente dei suoi vicini, Palazzolo sull'Oglio; la maggioranza attuale è stata sonoramente segata e bocciata proprio nelle recenti elezioni comunali del 26 maggio nelle frazioni di Cividino e di Quintano dove diventa assai impopolare "fare digerire" il fatto che quelle due frazioni saranno "sfruttate" subendo solamente i disagi del traffico aggiuntivo e della pesante concorrenza che una mega struttura di vendita pone in essere verso i piccoli negozi alimentari e gli esercizi commerciali di quelle due frazioni (che andranno inevitabilmente "fuori mercato" rischiando di finire rapidamente in declino oppure addirittura a rischio di chiusura dell'attività) mentre "la capitale" Tagliuno ne ricava solamente i vantaggi a spese dei residenti delle altre due frazioni, la situazione di degrado e abbandono della zona rende sempre più urgente e prioritaria l'operazione di completamento della bonifica del sito e infine oltre alle difficoltà burocratiche e amministrative descritte dal Gufo nelle righe precedenti sta riemergendo la realtà di un bilancio comunale asfittico, appesantito peraltro dalla vicenda (mai realmente chiarita) del fondo dei debiti di dubbia esigibilità nel quale una delle somme più rilevanti e consistenti è l'I.M.U. arretrata non ancora riscossa dall'Ente riguardante proprio le vicende di questa area. Si continua quindi a sognare e a "menare il can per l'aia" sperando che dal Cielo possa calare dall'alto il miracolo che consentirà di dire "questa volta ce l'abbiamo fatta" (a realizzare la variantina alla S.P. 91) con il terrore che invece la nuda e cruda terra abbandonata dagli uomini possa seppellire quel sogno in un ricettacolo di arbusti selvaggi, topi, serpenti e volpi che vanno a popolare i luoghi dove l'Uomo ha deciso di abdicare al suo ruolo abbandonandoli a loro stessi, mentre sul polveroso "albo pretorio on line" del sito internet comunale (sezione "delibere di Consiglio Comunale") giacciono inerti e quasi profetiche la sfilza di interrogazioni proposte dai due consiglieri di "Castelli Calepio Cambia" e di risposte fornite dalla precedente maggioranza nella seduta consiliare del 13 maggio 2019, ultima seduta della precedente legislatura dalla quale sembra passato un secolo ma sono trascorsi solamente tre mesi e mezzo, e quelle parole scolpite nella pietra sembrano raccontare a chi le legge "noi vi avevamo avvisato...."
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