giovedì 29 agosto 2019

L'EPITAFFIO POLITICO DEL GUFO

"Gli uomini  e  le donne che preferiscono perdere le elezioni  e  rinunciare al Potere,   perchè non vogliono rinunciare a  salvare la propria dignità  e  il loro onore  e  a lottare per le proprie idee meritano il mio rispetto  e  il rispetto di tutte le persone serie;    a chi rinunciando ad affrontare la battaglia  'fa da stampella politica'   svendendo i propri valori per seggiole e poltrone riservo lo stesso trattamento che ho riservato a chi in passato ha tradito  'il braccio destro'  dopo avere spergiurato che gli sarebbe rimasto fedele,    a costoro non posso fare altro che regalare tutto il mio totale disprezzo,    quello che rende uguali Imperatori,   tromboni della politica che suonano l'inno nazionale in mezzo a un contesto di  "nani e ballerine danzanti",   cortigiani  e  guardie pretoriane del  "Re Sole",   servi di regime  e  'ruote di scorta'  ogni volta che nella vita scelgono di fare gli opportunisti.    Meglio morire da eroi andando a sacrificarsi per la propria libertà  e  combattendo a testa alta  'la madre di tutte le battaglie',    piuttosto che  'tirare a campare'  indecorosamente facendosi  'dettare la linea politica'   da un pagliaccio;    in futuro smetterete anche voi di  'fare politica',    nel frattempo in questi giorni avete già dato le dimissioni da  'uomini e donne dignitosi'  per entrare a pieno titolo nella categoria delle mascherine di Carnevale,   delle bandierine al vento,    degli uomini buoni per tutte le stagioni"   (IL GUFO).    

Non è necessario leggere questo epitaffio per capire come si sarebbero dovuti comportare i boriosi protagonisti del teatrino della politica di Ferragosto:    sarebbe stato sufficiente che avessero affrontato  "di petto"  la situazione come ha fatto Clementina Belotti qui a Castelli Calepio,    che prima di uscire di scena ha rinunciato alla poltrona  (e alla indennità di funzione di 1.300,00  lordi mensili)   facendo protocollare la parola  "DIMISSIONI IRREVOCABILI"  e  poi è tornata in aula a guardare in faccia coloro che l'avevano accompagnata alla porta.      Lei si è dimessa dalla carica di assessore,    in un mondo pieno di gente che sarebbe pronta a qualsiasi voltafaccia  (umano  e  politico)  pur di rimanere totalmente incollata  e  inchiavardata a poltrone,   poltroncine,   seggiole  e  divani,   e  può camminare  "a testa alta";    gli altri possono solamente strisciare,   tirare a campare,    "menare il can per l'aia"    e   sopravvivere,    perchè  (almeno in politica)   hanno già rinunciato da un pezzo a  "vivere"   

Nessun commento:

Posta un commento