martedì 6 agosto 2019

LA MORTE DEL "COMPAGNO NUMERO DUE" NUON CHEA / SI ESTINGUE DEFINITIVAMENTE IL FAMIGERATO "REGIME DEI KHMER ROSSI", LA PEGGIORE DITTATURA DELLA STORIA CHE PROVOCO' LA MORTE (IN SOLI QUATTRO ANNI) DI UN QUARTO DELLA POPOLAZIONE DELLA CAMBOGIA

Con la scomparsa del  "fratello numero due"  Nuon Chea,   ultimo superstite  (aveva 93 anni di età)  e  unico condannato all'ergastolo per crimini contro l'Umanità,    scompare definitivamente la cricca di comunisti che aveva instaurato il regime dittatoriale più feroce  e  disumano della intera storia del Ventesimo Secolo,   quello della Cambogia dominata da Pol Pot negli anni dal 1975 al 1979,   in cui la vicenda fu talmente criminale  e  brutale da provocare lo sterminio di quasi un quarto della popolazione di quella nazione.     Poche persone conoscono quella storia,   se non  "per sentito dire",   perchè innanzitutto il regime criminale era talmente avvolto nel mistero che non si può dire di conoscere ancora oggi con precisione nemmeno gli stessi dati anagrafici dei componenti della cricca che era entrata nella capitale Phnom Penh il giorno 17 aprile 1975 venendo accolta dalla popolazione come dei  "liberatori"  che finalmente toglievano di mezzo il  "governo fantoccio"  corrotto e illiberale del generale Lon Nol,   un burattino che era completamente dominato dagli americani  e  che era stato abbandonato al suo destino quando,   una volta precipitata la situazione nel conflitto del Vietnam,   gli americani si ritiravano dalla scena militare del Sud Est asiatico,    lasciando la situazione totalmente nelle mani dei vietnamiti  e  dei cinesi.     I cinque  "rivoluzionari"   (l'ideologo  e  futuro capo del governo Pol Pot,   il cui vero nome era Saloth Sar  e  che era soprannominato  "il compagno numero uno",   il suo vice Nuon Chea,    il futuro presidente della Repubblica Khieu Samphan,   e  poi gli altri gerarchi comunisti Son Sen,   Ieng Sary  e  "il macellaio"  Ta Mok,   capo militare  e  principale responsabile della ferocia dei futuri campi di sterminio comunisti)   avevano praticamente giubilato il Re Norodom Sihanouk,   riducendolo come il mero titolare di una carica puramente formale  e  onorifica,   ed erano entrati nella capitale cambogiana con i loro folli propositi di fondare una  "Repubblica Socialista"  completamente fondata sull'agricoltura  e  sulla coltivazione dei campi  e  quindi di fare una vera e propria  "rivoluzione socialista"  talmente estremista  e  radicale da scandalizzare  e  fare inorridire persino gli stessi leaders del Partito Comunista dell'Unione Sovietica.    

I primi provvedimenti economici devastarono quella che fino a quel momento era una nazione povera,   ma che viveva in condizioni abbastanza dignitose.    Fu abolita la moneta,   la capitale  (che negli anni precedenti aveva dovuto registrare un fortissimo incremento demografico da 600 mila a due milioni e mezzo di abitanti)  fu quasi completamente svuotata con la deportazione di gran parte dei suoi abitanti nei villaggi di campagna,   e tutti quelli  "della classe media"   (liberi professionisti,  professori,   insegnanti)   quando erano fortunati venivano deportati nelle campagne e costretti a lavorare come contadini,   dove spesso trovavano la morte per fame  e  per stenti dopo turni di lavoro massacranti  e  dopo casi di vera e propria riduzione in schiavitù,    con i feroci aguzzini incaricati di sorvegliare i turni di lavoro  che  infierivano contro i più deboli.      La nazione cambiò nome da Cambogia in  "Kampuchea Democratica"  eleggendo alla presidenza della Repubblica a partire dal 1976 Khieu Samphan,   mentre Pol Pot diventava Primo Ministro con la defenestrazione brutale del suo successore Penn Nouth,   che era stato piazzato sulla poltrona dopo l'occupazione della capitale  e  si era illuso di potere rimanere a lungo al potere;   l'inefficienza dell'azione di governo  (oltre che per i metodi brutali derivanti da quelle ideologie perverse)   era aggravata dal fatto che Pol Pot non si fidava di nessuno,   a partire dai propri  "fedelissimi"  e  dai suoi stessi parenti,    e  tutti i principali esponenti del regime si camuffavano con soprannomi  e  false identità,    spesso facevano parte del medesimo governo ma non si conoscevano personalmente.     La Cambogia si era isolata dal resto del mondo:   aveva rotto le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti,   era detestata dalla stessa Unione Sovietica,   e  manteneva qualche rapporto con pochissime nazioni  (le uniche ambasciate straniere che non furono chiuse nella capitale Phnom Penh  erano quelle della ex Jugoslavia,   della Corea del Nord,   della Cina,   di Cuba  e  dell'Albania),    la sopravvivenza della nazione dipendeva esclusivamente dai cinesi che tenevano in piedi un regime talmente fatiscente che sarebbe miseramente crollato nel momento in cui la Cina li avesse abbandonati al loro destino.    La cricca dominante era molto simile a una setta segreta:   prima che arrivassero al potere  (e anche durante la loro permanenza al potere)   nessuno del popolo cambogiano conosceva la reale identità dei propri governanti,   che peraltro si facevano vedere in pubblico in rarissime occasioni ufficiali,   e  spesso vivevano nei loro rifugi della foresta di Anlong Veng,    in villette lussuose  e  con cibi raffinati mentre il popolo moriva di fame  e  di stenti;    quasi come una provocazione  e  una bestemmia suonava il fatto che la cricca dominante si faceva chiamare  "Angkar",    prendendo il nome del tempio più famoso della Cambogia  (quello che rappresenta una delle meraviglie dell'Umanità e fa parte dei beni del patrimonio culturale,   storico  e  archeologico dell'Unesco).       

TUOL SLENG  (soprannominato anche con la sigla  S-21)  era tra i campi di sterminio del regime il più famigerato,   alla fine della dittatura solo poche decine di persone che erano entrate in quel luogo erano sopravvissute  e  furono in grado di fornire qualche testimonianza degli orrori  e  delle torture che erano consumate in quel luogo dagli spietati carcerieri  e  aguzzini del regime.    Oggi rappresenta  "il Museo dell'Orrore e del Genocidio"  e  si presenta con una terribile visione di diverse migliaia di teschi di prigionieri che erano stati uccisi in quel luogo ammucchiati uno sopra l'altro,   quasi per ammonire  e  informare i visitatori di quali scene raccapriccianti si erano consumate in quel luogo  e  nelle altre 196 prigioni di cui si è scoperta l'esistenza dopo la fine del regime.     Il repertorio delle torture  e  degli orrori  era  molto simile a quello dei campi di concentramento nazisti:   uccisione dei rappresentanti delle  "classi medio / alte"  che si erano rifiutati di andare a lavorare come contadini nei miserabili villaggi di campagna in riva ai fiumi   (a volte erano uccisi a badilate e a bastonate perchè  "si doveva risparmiare il costo della pallottola"),    morte per stenti  e  per fame in conseguenza dei massacranti turni di lavoro,   uccisioni  e  torture di vario genere da parte dei sadici aguzzini di Tuol Sleng  e  degli altri campi di sterminio in cui il più feroce degli aguzzini era lo spietato Ta Mok con largo utilizzo come  "armi di sterminio"  di strumenti contadini come i picchetti  e  le asce,   poi avveniva la sepoltura nelle fosse comuni di quelli che venivano chiamati i  "Killing Fields"   (le urla nel silenzio).     Il lato peggiore del regime era l'abuso dei bambini   (molti di essi,   ingenui e in giovanissima età,   venivano rapiti  e  indotti a compiere atti di sadismo)  e  soprattutto l'abuso degli esperimenti medici su vittime innocenti con metodi che non erano meno feroci  e  spietati dei famigerati  "esperimenti medici"  del dottor Mengele  e  degli altri medici dei campi di concentramento nazisti in Germania.      Dopo quattro anni di crimini e di oscenità il regime ebbe la malaugurata idea di sfidare il Vietnam  e  di tentare una invasione militare nei confronti della nazione vicina più potente militarmente  e  fu una vera liberazione per il popolo,   perchè ovviamente la spedizione militare si concluse con una disfatta  e  con l'entrata dell'esercito vietnamita nella capitale Phnom Penh ormai quasi deserta,   che nel 1979 veniva finalmente liberata facendo sloggiare Pol Pol  e  la sua cricca.   

Per venti anni dopo la fine del regime,   i peggiori esponenti della cricca  (a partire da Pol Pot  e  dai  "fedelissimi"  Khieu Samphan,   Nuon Chea,   Ta Mok,   Iang Sery  e  Son Sen)   si rifugiarono nella foresta di Anlong Veng dove continuavano la guerriglia contro il governo che nel frattempo il Re aveva formato dopo la loro cacciata,   e  questa guerriglia fece diverse migliaia di vittime tra i combattenti.    Nel 1991 ci furono le prime elezioni  "libere e democratiche"  in Cambogia con l'affermazione del partito  "Funcipec"   guidato dal principe Ranariddh  (il figlio del re)  e  del partito guidato da Hun Sen,   uno che aveva fatto parte del regime criminale dei  "Khmer rossi"  ma che più politicante  e  astuto degli altri aveva fatto  "il salto della quaglia"  saltando giù appena in tempo dalla nave che affondava per riciclarsi nella politica  "democratica"   cambogiana;   si fece un governo di coalizione tra i due principali partiti con una vera e propria  "formula farsa"  dei due Primi Ministri che occupavano contemporaneamente la stessa sedia  e  la medesima carica  (si trattava dei due vincitori delle elezioni)    ma siccome le tradizioni di Hun Sen erano dittatoriali  e  il personaggio era assolutamente spregiudicato  e  affamato di potere  (oltre che insofferente alla circostanza di dovere spartire la poltrona con l'ingombrante figlio del Re),    con un  "colpo di Stato"  nel 1993 esautorò dal potere il principe  e  diventò il nuovo  "uomo forte"  di Phnom Penh,    con lo stesso Re il quale pur di rimanere inchiavardato al trono accettò senza fiatare addirittura la defenestrazione dalla carica del proprio stesso figlio.    L'arrivo dell'uomo forte rendeva  "inutili"  gli esponenti della  "vecchia guardia"   ma malgrado essi erano ormai restati poche migliaia di ribelli confinati nella foresta,   scoppiò ferocemente una faida di potere tra Pol Pot  e  l'ex  "fedelissimo"  Son Sen che fu ucciso per ordine di Pol Pot.    Questa fu la fine dello spietato capo dei  "Khmer rossi":    malgrado fosse ormai vecchio  e  malato,   con più di 70 anni di età  e  costretto a respirare servendosi di una bombola ad ossigeno,   Pol Pot fu esautorato  e  "messo agli arresti domiciliari"  dallo spietato  "macellaio"  Ta Mok che assumeva il comando militare di ciò che restava in piedi degli ex  "Khmer rossi",    ma proprio mentre tentavano di attraversare la foresta per sconfinare  e  fuggire all'estero all'improvviso la notte del 15 aprile 1998 fu annunciata la morte di Pol Pot  "per cause naturali"   (probabilmente un infarto)   e  gli altri ribelli si sbarazzarono rapidamente del cadavere con una cremazione  (una fine ingloriosa  e  miserabile,   bruciato tra i rifiuti in mezzo alla foresta,    con una fretta derivante dal fatto che si voleva evitare che gli americani  e  le truppe governative cambogiane arrivassero in tempo sul luogo del delitto per eseguire l'autopsia che quasi certamente avrebbe accertato che si trattava di probabile morte per avvelenamento).

Degli spietati aguzzini del peggior regime criminale della storia dell'Umanità solamente tre di essi avevano pagato le conseguenze delle loro malefatte,    si trattava per l'appunto dell'ex  "vice"  e  "compagno numero due"  Nuon Chea,   dell'ex ideologo del movimento Ieng Sary  e  dell'ex presidente della Repubblica  "Kampuchea Democratica"  Khieu Samphan  (peraltro con condanne giudiziarie all'ergastolo arrivate solamente a 30 anni di distanza dai crimini,   perchè i processi erano stati celebrati solamente a partire dal 2006,  2007  e  2009,   e  quindi con sentenze che ormai colpivano tre persone anziane arrivate praticamente alla fine della propria esistenza terrena)   perchè  "il macellaio"  Ta Mok,   catturato dai militari governativi pochi giorni dopo la morte di Pol Pot mentre tentava di attraversare la foresta di Anlong Veng  per  fuggire all'estero,    era morto nel 2006 nel letto di ospedale dove era ricoverato mentre era in corso il processo che lo riguardava per i propri misfatti degli anni tra il 1975  e  il 1979.     Il risultato finale di quella storia drammatica fu quindi di due persone uccise a tradimento dai loro stessi  "compagni"   (Pol Pot  e  Son Sen),    tre persone ormai anziane condannate all'ergastolo,    il peggiore di tutti colpito da morte naturale mentre si celebrava il processo che lo avrebbe condannato all'ergastolo,    e  il più furbo di tutti che è riuscito a riciclarsi in politica  e  che ormai da 26 anni domina come un vero e proprio dittatore su quella sfortunata nazione,   essendo rimasto al potere vincendo cinque  "elezioni farsa"   (una in realtà non l'aveva vinta perchè non aveva la maggioranza per governare,   ma se ne è fregato del risultato elettorale,   ha esautorato gli altri politici  e  ha cambiato la Costituzione a suo piacimento)   ed  essendosi trasformato da  "comunista"  in  seguace del  "capitalismo cinese",    come tutti i politicanti opportunisti  e  trasformisti quando vogliono rimanere a galla  e  inchiavardati alla poltrona.    Questa storia non viene raccontata sui libri di scuola,    raramente trova spazio sui giornali,    ma è una storia brutale  e  terribile che dimostra che tutti i regimi dittatoriali,    che siano  "nazisti"  oppure  "comunisti",    sono la principale fonte di rovina dei loro stessi popoli che ne subiscono le conseguenze  e  che alla fine di quelle drammatiche esperienze vedono le proprie nazioni ridotte in miseria  e  in estrema povertà        

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