Finisce malissimo la vicenda della Fondazione Calepio, ancora peggio che nel 2014, e da questo fine settimana nella maggioranza avrà inizio "la resa dei conti" perchè si deve individuare il responsabile della figuraccia, e la politica ha le sue leggi dure e spietate, dopo una disfatta come quella che si è appena consumata se non si individua rapidamente quello a cui "gettare in collo" la responsabilità del crollo e quindi da "gettare a mare" come una zavorra (per evitare l'affondamento della nave) il rischio è quello che possa improvvisamente venire giù l'intero edificio, e seppellire tutto e tutti sotto le macerie. Benini come sindaco del Comune di Castelli Calepio, nel momento in cui ha deciso di entrare in campo personalmente e di candidarsi alla presidenza della Fondazione Calepio per mandare a casa la presidente in carica Cinzia Romolo, sapeva benissimo che in caso di sconfitta la legislatura sarebbe praticamente finita dopo cinque mesi, perchè nel momento in cui un sindaco viene "sfiduciato" dalla maggioranza dei suoi "colleghi" della zona della Val Calepio e del Basso Sebino vuol dire che a livello politico non conta più una mazza fuori dalle quattro mura feudali del Comune delle quattro frazioni. La disastrosa sconfitta (sette voti a favore della presidente riconfermata, cinque voti a favore del sindaco di Castelli Calepio) lo costringe a sacrificare il suo (ormai ex) "fedelissimo": per non rimanere completamente tagliato fuori dalla vicenda della Fondazione Calepio, il sindaco decide di entrare in Giunta accettando la vice presidenza (che in realtà nelle Fondazioni come nelle associazioni è poco più di un incarico onorifico e statutario, perchè il potere decisionale è nelle mani del presidente legale rappresentante dell'Ente, del segretario e di eventuali amministratori) e quindi mandando definitivamente a casa l'altro consigliere di Castelli Calepio, che resterà consigliere in Fondazione e nulla più, il medesimo incarico che aveva già nei cinque anni della precedente alleanza tra Lega e Forza Italia. Infine, resta l'incredibile figuraccia di un sindaco che sulle pagine del più importante quotidiano locale (l'Eco di Bergamo) annuncia solo una settimana prima della votazione che "scendeva in campo" per rilanciare le sorti della Fondazione Calepio, e dopo pochi giorni subisce una clamorosa sconfitta in una "conta" che avrebbe potuto e dovuto evitare, se si fosse schierato fin dall'inizio (come chiedevano la logica e la prudenza politica) a favore della riconferma della presidente uscente in accordo peraltro con la maggioranza degli esponenti degli altri Comuni rappresentati nell'Ente.
Dopo questa serata, ovviamente la politica locale diventa "un nido di vespe" e un branco di lupi solitari, tutti all'improvviso si accorgono che il sindaco trionfalmente rieletto per il secondo mandato consecutivo appena cinque mesi e mezzo fa non sarà più rieleggibile e che i disastrosi eventi di inizio legislatura (il "flop" della trattativa relativa all'area ex Fonderie Quintano, l'immobilismo amministrativo e politico, la presa d'atto che anche per questa legislatura non si riuscirà a realizzare la mitica e mitologica variantina alla S.P. 91) impongono rapidamente la ricerca di un sostituto, perchè la campagna elettorale per le prossime elezioni comunali rischia di iniziare con larghissimo anticipo sulla tabella di marcia. Questa maggioranza si dimostra clamorosamente più fragile e addirittura meno operativa della ex fatiscente alleanza locale tra Lega e Forza Italia, e si avverte nell'aria la sensazione insidiosa che alcuni di quelli che hanno "saltato un giro" vogliono riprendere in mano la situazione e ritornare sulla scena politica da protagonisti, pronti a scommettere che qualche evento ereditato dalla precedente legislatura possa determinare improvvisamente il collasso di quella attuale. Lo scrittore solitario "raddrizza le antenne", ancora una volta (per la seconda legislatura consecutiva) la perdita della presidenza della Fondazione Calepio da partedegli esponenti della politica locale è "l'inizio della fine", in soli cinque mesi l'ex vincitore (delle elezioni) ha visto rapidamente trasformare la propria immagine in quella di un perdente ormai prossimo al declino politico irreversibile. E' iniziata la fase finale della vicenda politica del Cesare Augusto locale, e qualcuno inzia a pensare che la parola "FINE" sarà pronunciata in anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato.....
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