lunedì 7 ottobre 2019

LO SCOIATTOLINO DAL PELO ROSSO E I CASTORI, IL RACCONTO DI FANTASIA DEL GUFO

In una foresta bellissima  e  rigogliosa posizionata in riva a un fiume,   due gruppi di castori carpentieri  e  falegnami  (i castori azzurri  e  i castori verdi)  si erano messi agli ordini del  "capo castoro"  con tutti gli strumenti del mestiere,   pronti a costruire una villetta di legno pregiato sopra la diga che dominava l'ansa del fiume.    Giaceva inerte in mezzo al gruppo di castori azzurri  "lo scoiattolino dal pelo rosso",   che era diverso nell'aspetto fisico  e  anche nel pensiero rispetto ai castori;    essi però lo avevano accolto perchè questo scoiattolino  (pur strampalato nelle iniziative  e  nell'aspetto esteriore)   aveva dimostrato una straordinaria agilità progettuale,   che lo rendeva idoneo a mandare avanti insieme a tutti gli altri il progetto della costruzione della grande villetta di legno.    Purtroppo poco prima di arrivare alla diga lo scoiattolino si era ammalato,   e  il resto del gruppo aveva deciso di abbandonarlo solitario al suo triste destino,   proprio in mezzo alla foresta;   alcuni di essi  (prevedendo che una volta rimasto solo lo scoiattolino sarebbe rapidamente deperito fino a morire)  ebbero la nefasta idea di rubare la sua preziosa noce di cocco,   che costituiva il pezzo più pregiato della sua scorta  e  della sua provvista che aveva accumulato negli ultimi mesi in previsione della salita verso la Grande Diga.

Mentre i castori,   una volta realizzata la mega villetta di legno,   continuavano a fare festa  e  a gozzovigliare,    mangiando a volontà senza alcun ritegno,    incredibilmente lo scoiattolino era sopravvissuto.    Con uno sforzo immane non solo aveva raggiunto un albero sicuro  e  accogliente,   ma era riuscito a ricostruire la sua piccola  e  preziosa scorta,   non più con le bellissime noci di cocco che a lui piacevano moltissimo,    ma riempiendo la sacca da viaggio di frutta secca,   di mandorle  e  anche di verdura.     Accanto a quel giovane albero lo scoiattolino trovava anche inaspettate riserve di latte fresco,   e  riusciva lentamente a guarire dalla malattia che lo aveva portato a un passo dall'agonia  e  da un triste declino;    sentiva i rumori assordanti della festa  e  degli schiamazzi che i castori azzurri  e  i castori verdi lanciavano nell'orgia che si consumava all'interno della villetta di legno,   diventata ormai luogo di urla  e  di perversioni innaturali,   e  da lontano si divertiva a lanciare qualche volta gli scarti delle sue noci  e  delle sue mandorle,   quando i gusci vuoti colpivano le pareti della villetta di legno i castori si incazzavano,   perchè ahimè lo scoiattolino aveva una mira precisa  e  nel ruolo di  "rompi scatole"  era particolarmente insistente  e  incisivo.     A un certo punto i castori verdi  e  i castori azzurri litigarono perchè non trovavano più l'accordo per spartirsi le noci di cocco più belle,    e  siccome l'economo del gruppo dei castori verdi aveva chiesto un po'  più di prudenza nel consumo  e  qualche risparmio per evitare di sperperare le ricchezze che erano state accumulate,   i castori azzurri pensarono bene di  "mettere alla porta"  il castoro economo,  al termine di una serata urlante  e  schiamazzante in cui decisivo per l'espulsione dal gruppo del castoro economo fu l'ingresso del vecchio custode della villa,   un austero castoro viola che  "animaletto di cappa e di spada"  prese in mano la situazione  e  convinse il resto del gruppo ad allontanare non solo il castoro economo,    ma l'intero gruppetto dei castori verdi.   

Rimasero nella villetta di legno solamente i castori azzurri,   raggiunti nella festa  e  nell'orgia dal vecchio custode  e  da un paio di castori che inizialmente facevano parte del gruppo dei castori verdi,   e  la festa poteva continuare,   più rumorosa  e  schiamazzante di prima,   in mezzo a vere e proprie orge dissolute,   sperperi di ricchezza  e  urla sguaiate,    dove non esisteva più limite alla perversione,   e  dove si degradava senza più alcun freno che potesse trattenere gli animali più dissoluti della foresta.     All'improvviso,   mentre stava per iniziare la più chiassosa  e  rumorosa delle feste,   ci fu il crollo del muro portante della villetta di legno,    e  nessuno sapeva dare spiegazioni a questo evento inaspettato;    poi improvvisamente i tuoni e i fulmini di un temporale estivo riuscirono a radere definitivamente al suolo non solamente la villetta di legno,    ma anche la diga,   e  a disperdere terrorizzati tutti i castori azzurri,    che avevano finalmente compreso quale era stata la sciagura che li aveva spazzati via:   quando il castoro economo  (espulso malamente dalla villetta)  aveva raggiunto lo scoiattolino ammalato,   gli aveva detto  "invece di insistere a lanciare i gusci delle mandorle  e  delle noci indistintamente contro il muro di legno,    cerca di mirare in un punto ben preciso,   quello che ti indicherò;   è  'il punto cieco'  del muro,   quello che se viene colpito  (anche senza una grande forza)  fa collassare l'intera struttura".     E lo scoiattolino,   la cui malattia lo aveva portato a un passo dalla estinzione fisica,    pochi istanti prima che il corpo diventasse spirito,    aveva preso in mano la più innocua  e  antica delle fionde,    e  lanciando un guscio vuoto  (e appuntito)  della mandorla che aveva appena ingoiato  (rinforzato da una  "scheggia di noce di cocco"  che aveva gelosamente conservato nella sua sacca da viaggio,   e  di cui intendeva servirsi per consumare la propria missione segreta),    aveva centrato con incredibile precisione  "il punto cieco"  del muro della villetta di legno,    poi  (siccome anche il castoro economo ormai agonizzante viveva quella fase in cui il corpo stava diventando spirito)   "la mano del destino",   quella che a volte scrive  e  descrive traiettorie  e  trame di romanzi incredibili,    fece il resto scatenando  "la tempesta perfetta",    il temporale estivo che faceva finire la festa  e  che congedava gli ospiti troppo rumorosi,    lasciando una sensazione di pulizia,   ordine  e  freschezza in quel luogo dove fino a pochi istanti prima regnavano il caos,   il disordine  e  le urla selvagge  e  malsane....       

1 commento:

  1. ciao gufo, ieri l altro intanto hanno investito una signora davanti al cimitero di Calepio, forse dobbiamo ringraziare il sindaco per aver creato questa pericolosa autostrada che attraversa il paese?

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