domenica 24 novembre 2019

IL GUFO VA ALL'ASSALTO E RIPROPONE (25 ANNI DOPO) L'ABOLIZIONE DEL SOSTITUTO DI IMPOSTA E LA PRIVATIZZAZIONE DELLE RETI RAI

Facciamo un salto veloce a un passato  "autarchico"  descrivendo la situazione in cui versava quietamente il Gufo negli anni gloriosi della  "Milano da bere".    Era il 1994,   e  la  "strana coppia"  formata da Umberto Bossi  e  Marco Pannella raccoglieva le firme per le due proposte di referendum più  "liberali"  della storia economica,   politica  e  sociale,   quella per la privatizzazione della televisione di Stato  e  quella per abolire la figura sovietica del  "sostituto di imposta",   un istituto borbonico che crea disuguaglianza tra i cittadini in materia fiscale,   perchè alcuni cittadini  "di serie B"  (i titolari di partita I.V.A.  che assumono lavoratori alle loro dipendenze)  non solamente devono provvedere a calcolare,   liquidare  e  versare le imposte,  tasse  e  contributi di propria competenza relative al reddito da loro percepito,    ma devono anche calcolare,  trattenere  e  poi versare all'Erario  e  agli Enti previdenziali tasse e contributi dovuti dai loro dipendenti sulle retribuzioni lorde.    Si genera quindi il più sovietico  e  assurdo dei carrozzoni,   in cui lo Stato approva leggi schiaviste che privano i lavoratori dipendenti del sacrosanto diritto di percepire in busta paga la retribuzione lorda  e  di provvedere da sè al calcolo  e  al versamento delle imposte,  tasse  e  contributi dovuti   e  al tempo stesso obbligano altri cittadini  (i datori di lavoro)  a  "incassare  e  versare le tasse per conto di terzi",    perchè essi sono obbligati a calcolare le imposte dovute sulle buste paga,   a  trattenerle mensilmente  e  a versarle entro il  16mo giorno del mese successivo,     creando peraltro una incertezza in alcuni casi assai grave  e  imbarazzante  (il lavoratore dipendente che vede trattenute le proprie imposte non può mai sapere con certezza se esse sono state effettivamente pagate,   perchè il versamento materiale lo esegue il sostituto di imposta,   e  non  è raro il caso in cui il datore di lavoro a causa della crisi aziendale  oppure  di altri motivi meno nobili non procede al versamento del dovuto nelle scadenze di legge).

Questa obbrobriosa situazione,   esattamente come altre obbrobriose e fatiscenti situazioni,   ha una motivazione  "nobile"  ma del tutto ridicola e risibile,   ossia quella che in mancanza del sostituto di imposta il dipendente teoricamente potrebbe a sua volta evadere le tasse.    Ovviamente questa è una barzelletta,   almeno per tre ragioni inconfutabili:   la prima è che la busta paga,   anche senza la figura del sostituto di imposta,   sarebbe comunque  "reale"  perchè entrambe le parti in causa hanno interesse materiale a ciò  (il dipendente ha interesse a ricevere una busta paga  "piena"  perchè essendo in sistema pensionistico contributivo andrà a percepire la futura pensione sulla base di quello che è il suo reddito,   e  di conseguenza di quelli che saranno i suoi versamenti in materia di contributi I.N.P.S.,    mentre a sua volta il datore di lavoro ha interesse a liquidare buste paga  "piene"  perchè sono costi deducibili di impresa in dichiarazione dei redditi);   la seconda motivazione è che il dipendente ha tutto l'interesse di fare una dichiarazione dei redditi  "reale"   (spesso ha importanti oneri e spese da detrarre  e  detrazioni per carichi di famiglia molto consistenti,   e  quindi il risultato finale è un credito che andrebbe a compensazione di quanto dovrebbe versare se il dipendente andasse a percepire la retribuzione lorda  con obbligo di provvedere lui a versare le tasse);    la terza motivazione è che percependo in busta paga l'importo lordo mensile,   ogni mese il dipendente porterebbe a casa il suo rateo di T.F.R.  e  avrebbe più soldi a disposizione da spendere per le proprie esigenze,   mentre l'azienda non avrebbe in bilancio quella drammatica  "illusione contabile"  di un fondo T.F.R.  che essa considera come  "liquidità aziendale"  ma che nella realtà dei fatti è un debito,   perchè quando il dipendente rassegna le dimissioni l'azienda è obbligata a pagare il fondo T.F.R.  maturato.

L'unico motivo che tiene in piedi quindi il carrozzone illiberale e sovietico del sostituto di imposta  (e anche il carrozzone farsa delle tre televisioni pubbliche RAI)  è il mantenimento in vita di un esercito di burocrati  "addetti ai lavori"  che sono costretti a occuparsi di queste menate fiscali  e  contabili anzichè essere impiegati in lavori più produttivi  e  alla delirante  "Fiera delle Vanità  e  delle Futilità"  che è il rito osceno  e  tribale delle compilazioni annuali del Modello 770 dei sostituti di imposta,    diventati ormai adempimenti inutili  e  parassitari nel momento in cui l'azienda deve mettere a disposizione sul sito della Agenzia delle Entrate le certificazioni uniche annuali,   e quindi inviare milioni di dichiarativi che riepilogano dati già messi a disposizione sul portale  "on line"  equivale a fare perdere tempo alle aziende  e  a moltiplicare adempimenti,   scadenze,   possibilità di errori nella compilazione  e  nell'invio dei dati.     Quel referendum fu ovviamente bocciato  (non è prevista dalla Costituzione la possibilità di proporre referendum abrogativi in materia fiscale)   ma si poteva,   e  secondo il Gufo si doveva,   procedere  "per legge"  approvata in Parlamento a cancellare l'oscenità del  "sostituto di imposta",    che il Gufo preferisce chiamarlo con il suo vero nome,   ossia  "esattore  (gratis,   anzi a pagamento perchè per gli adempimenti ci si deve avvalere di uffici interni alle aziende  e  di consulenti del lavoro)  per conto dello Stato",     e  obbligare tutti a provvedere per conto proprio agli obblighi fiscali  e  ai versamenti delle imposte,   delle tasse  e  dei contributi.     Tra l'altro una legge del genere renderebbe pienamente consapevole ogni cittadino di quanto versa  (in termini reali  e  in percentuale)  rispetto al reddito lordo percepito,   e  quindi di quanto risparmia concretamente ad esempio facendo un versamento volontario a un fondo di previdenza integrativo assicurativo oppure bancario:    ma il Gufo teme che il mantenimento in vita della patetica situazione del  "sostituto di imposta"  ha proprio lo scopo non dichiarato di evitare che possa apparire sulla scena nazionale  "il cittadino consapevole",    perchè avere milioni di cittadini che non sanno esattamente quanto pagano di imposte  (oltre che di persone poco informate  oppure  informate da una televisione di regime piena di raccomandati di partito che in alcune trasmissioni demagogiche la rendono più inattendibile e partigiana della mitica  "Pravda")   consente ai vari Salvini,  Berlusconi,   Grillo,   Di Maio,   Renzi,   Zingaretti  e  compagnia cantante di destra  e  di sinistra non solo di piazzare un esercito di burocrati in posti di lavoro improduttivi,    ma anche di  "menare il can per l'aia"  e  di raccontare stronzate proprio perchè i cittadini non possono toccare  "direttamente  e  con mano propria"  il portafoglio  e  capire in quel modo quale è l'impatto reale delle misure economiche,   fiscali,   finanziarie  e  (a)sociali  che vengono approvate da Parlamenti non rappresentativi della volontà popolare  e  pieni di opportunisti e trasformisti che fanno  "il salto della quaglia",    anche più di una volta,   nel corso della legislatura in cui sono stati eletti   

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