venerdì 6 dicembre 2019

BILANCIO DI PREVISIONE 2020, L'ANALISI DEL GUFO / IN ATTESA DELLA PALESTRA NUOVA, IL BILANCIO 2020 PIANGE MISERIA: IN CALO ENTRATE TRIBUTARIE E SPESE SOCIALI, AUMENTA LA SPESA CORRENTE

Il bilancio di previsione 2020 piange miseria:   descrive una situazione in cui l'opera pubblica principale della legislatura attuale potrebbe essere portata a compimento nell'anno 2022  (in cui all'improvviso le spese presunte del capitolo  "Sport e Tempo Libero"  salgono da 262 mila euro  a  oltre 3 milioni di euro)   con la realizzazione della nuova palestra nell'area limitrofa al centro sportivo comunale di via Ferrucci a Cividino,    ma nel frattempo vanno in miseria le voci principali del bilancio per quanto riguarda la gestione ordinaria.    Aumenta la spesa corrente  (che passa da 6.008.050  euro previste per la chiusura definitiva dell'anno 2019  alla  previsione 2020  di  euro 6.079.808),    ma cala la spesa sociale che passa dalla somma di 745 mila euro prevista per la chiusura dell'anno 2019  alla  previsione 2020  di poco inferiore a 700 mila euro;    si prevede un calo delle entrate tributarie correnti  (da 5.114.523  euro  previste per la chiusura 2019  fino a  4.924.572  di previsione 2020)   mentre continua a galoppare  e  a  "macinare"  altri 300 mila euro di accantonamenti il fondo dei crediti di dubbia esigibilità,   ogni anno che trascorre gli arretrati I.M.U.  relativi all'area edificabile ex Fonderie Quintano aggiungono altre insolvenze alla montagna di crediti non riscossi appartenenti al recente passato.     Siamo quindi passati dalle previsioni trionfali della campagna elettorale  alle  problematiche senza fine di Villa Colleoni  dove la sala della musica accumula lamentele a non finire  (prima la mancata insonorizzazione  e  adesso problematiche relative al riscaldamento dei locali),    variantina alla S.P. 91  e  centro commerciale area ex Fonderie Quintano continuano a passare  "di mano in mano"  nelle mani dell'anno successivo  e  nel frattempo il ragioniere  "canta e porta la croce"  per fare quadrare i conti sempre più risicati segando le spese sociali  e  non riuscendo a impedire l'aumento delle spese correnti che hanno sfondato definitivamente  "quota 6 milioni"  (di euro).     Era un bilancio problematico,   e  qualcuno lo aveva detto in campagna elettorale;    non fu ascoltato,    ma non ci si sarebbe mai aspettati che dopo soli sei mesi la realtà avrebbe già presentato il conto costringendo i manovratori a fare economie di spese  e  ad accantonare rapidamente i proclami di gloria 

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