Era una fredda serata invernale, esattamente come questa triste declinazione di una rigidissima stagione all'inizio del proprio cammino. La Grande Alleanza che aveva dato vita alla Invincibile Armata era finita miseramente in mille pezzi, vittima sepolcrale di un evento drammatico che aveva fatto precipitare la situazione verso l'abisso, e nulla sembrava in grado di rimettere insieme il puzzle che proponeva sul terreno solamente macerie e frammenti di ciò che stava correndo a grandissima velocità verso lo sfascio. Il treno impazzito che si sfracellava contro il muro era stato messo in movimento da un avviso di convocazione, quello che riuniva i litiganti in un'aula sorda e grigia dove si sarebbe consumata la rottura insanabile; tutti i tentativi di salvare la nave che affondava erano risultati inutili e inconsistenti. Solo un miracolo poteva evitare il collasso, e il miracolo avvenne. Sbucando dalla nebbia degli incontri segreti nella penombra dei Palazzi grigi e incolori dove i congiurati estraggono il pugnale, quelli che dovevano vibrare il colpo decisivo all'improvviso avevano eseguito una spettacolare "inversione di rotta a 360 gradi", trasformando la condanna in salvezza e preparando la Grande Orazione con cui sarebbe stata illustrato il loro incredibile voltafaccia. Salendo su quel pulpito marcio fin dalle fondamenta, il Grande Predicatore con abile utilizzo dello strumento del Verbo e della Parola si accingeva a "girare la frittata" in modo spettacolare e a convincere il Popolo turlupinato e ingannato che proprio lui, il Grande Spergiuro che avrebbe mandato in scena la più colossale delle menzogne, novello "Re Mida" che trasforma in oro tutto quello che tocca con le proprie mani, con il gesto della sacra imposizione delle mani prendeva sopra di sè la menzogna e con abilità da prestigiatore la trasformava in Oracolo e in Verità Assoluta, che sarebbe dovuta rimanere scolpita nella roccia per l'eternità fino a rappresentare l'Infinito.
Il Gufo descrive la consumazione di un complotto, con termini di pura fantasia e con immaginazione fertile e strampalata; il complotto è momento solenne e supremo in cui la mano che vibra il colpo decisivo non è nulla di più che il mero strumento con cui l'orchestra dei Grandi Congiurati (che ha eseguito le prove al buio delle stanze segrete del Palazzo) si è dotata per non essere vittima dei tempi infausti, ma per essere essa stessa a determinare il trascorrere del tempo. Alcuni definirono lo strumento utilizzando il "latinorum" con la formuletta "do ut des", quasi a voler descrivere la insana unione tra due mani, quella che offre il pugnale e quella che vibra il colpo fatale e finale, al suolo immersa nel sangue e nelle lamentazioni giace inerte e senza più energie la vittima del Grande Complotto, mentre a debita distanza dal luogo degli accadimenti un pifferaio, con il suono magico che solo la mano incantata che guidava lo strumento poteva fornire, riusciva a descrivere con precisione gli eventi, restituendo ai protagonisti della tragedia il loro ruolo reale e naturale, la vittima in pietosa sepoltura nel sarcofago che conserva per sempre il suo ricordo e il suo dolore, e gli assassini immersi per sempre nei liquami che tolgono ogni dignità al loro triste e infausto gesto
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