sabato 4 gennaio 2020

IL COLPO DELLO SCORPIONE E POI "IL BISCOTTONE": SENZA IBRAHIMOVIC IN ITALIA NON ERA PIU' CALCIO

Torna l'irascibile Zlatan Ibrahimovic,   e  torna finalmente il vero calcio in Italia.    Nei Campionati Europei per nazionali del 2004  (disputati in Portogallo  e  vinti dalla Grecia,   passati alla storia di Castelli Calepio con una incredibile e straordinaria profezia del Gufo il quale,   scrutatore designato al seggio di Cividino per le elezioni comunali 2004,   dopo la partita inaugurale tra Grecia e Portogallo vinta due a uno dai greci disse ai suoi  "colleghi di seggio"  che la finalissima sarebbe stata disputata dalla Grecia e dal Portogallo con vittoria della Grecia,   e  fu sommerso dalle risate generali prima che tale profezia si avverasse realmente!!!)  il grande Zlatan fu colui che mandò a casa la nazionale italiana grazie al più assurdo gol della storia del calcio.    Su un cross apparentemente innocuo gettato dagli svedesi nell'area di rigore italiana a cinque minuti dalla fine  (con l'Italia in vantaggio un gol a zero),   senza la minima convinzione  e  solamente nella speranza di trovare una improbabile e fortunosa deviazione vincente in una situazione di grande affollamento  e  di  "mischione"  nell'area piccola,   accadde letteralmente di tutto:   difensori italiani  e  attaccanti svedesi avevano dato via alla più obbrobriosa  "sagra del liscio  e  dello svarione"  mancando la palla  oppure  allungando la traiettoria della stessa con tocchi involontari frutto di interventi errati  e  quindi del tutto occasionali,    poi  "di testa in testa"  e  complice un Gianluigi Buffon uscito letteralmente  "per farfalle"  in uno dei momenti più ridicoli della sua gloriosa carriera,    la palla era finita nella zona dove lo spilungone svedese alto più di due metri si trovava,   pigro,  indolente  e  insolente come sempre.     Zlatan in quel momento fu colpito da una vera e propria illuminazione di genio,   e  ricordandosi di essere un grande appassionato di arti marziali con una contorsione su sè stesso che sfidava le leggi del tempo e dello spazio  (e anche della scienza  e  della fisica)  alzò il piedone fino ad altezze inarrivabili  e  inventando su due piedi il  "colpo dello scorpione"  (una specie di colpo di tacco a pallonetto)   riuscì a posizionare la palla nello spazio di pochi centimetri rimasto tra la testa di Christian Vieri  (che si trovava sulla linea di porta nel disperato tentativo di evitare il gol della Svezia)   alto quasi un metro e novanta centimetri,    e  la traversa:   la palla andò a infilarsi proprio in quello spazio ristretto  e  finì incredibilmente in fondo alla rete.

Il pareggio tra Svezia e Italia rendeva la classifica del girone una farsa:   svedesi e danesi avevano sconfitto la Bulgaria,   l'Italia aveva pareggiato zero a zero contro la Danimarca  e  uno a uno contro la Svezia,   in caso di arrivo in parità a tre squadre  (Italia,  Svezia  e  Danimarca)   contavano con priorità assoluta i punti  ed  eventualmente i gol segnati negli scontri diretti tra le squadre a parità di punti,   e  solo successivamente la differenza reti generale;    in pratica un risultato di due a due tra Svezia e Danimarca nell'ultima partita avrebbe provocato l'eliminazione  e  la giubilazione con disonore della nazionale italiana.    I giornalisti italiani  (probabilmente  "esperti in materia"  viste le tradizioni truffaldine dei nostri campionati di qualsiasi livello  e  categoria,   dove nelle ultime giornate di campionato si assiste spesso a clamorose salvezze  e  a incredibili retrocessioni con rimonte assurde di squadre che non avevano quasi mai vinto  e  infilano a tradimento una vittoria dietro l'altra,    con crolli improvvisi di squadre che sembravano già salve a metà girone di ritorno,   e  con risultati  "di fine stagione"  che sono delle vere e proprie farse di regime)   fiutavano l'aria che tirava  e  pronosticarono il due a due finale,   ma svedesi e danesi  (in questo caso veri e propri campioni di ipocrisia)   respingevano indignati i sospetti dicendo che  "il biscotto"  era una specialità italiana  e  non del Nord Europa;    essi giuravano  (come i nostri politici locali di Castelli Calepio quando sono seduti al Tavolo dello Spergiuro)   che mai sarebbero caduti in tentazione, anche se uno dei giocatori più marpioni della nazionale svedese con tono beffardo diceva che se nel corso della partita  fosse uscito  "per puro caso"  il risultato di due a due,   egli non si sarebbe stracciato le vesti gridando allo scandalo.     Incredibilmente la già eliminata Bulgaria sembrava sul punto di spazzare via illazioni  e  tradimenti,    passando in vantaggio sull'Italia con un gol su calcio di rigore realizzato da Petrov  a  metà del primo tempo,    e  la Danimarca  (pochi minuti più tardi)  a sua volta passava in vantaggio sulla Svezia con un gol di Tomasson,    che poi qualche anno più tardi diventerà l'attaccante titolare del Milan.    Il pareggio in apertura di ripresa di Larsson per la Svezia su calcio di rigore  (generato da un fallo assurdo del portiere danese che,   malgrado l'attaccante svedese andava verso l'esterno dell'area,   si gettava in uscita kamikaze sui suoi piedi  e  lo falciava)   e  il pareggio dell'Italia contro la Bulgaria lasciavano invariata la situazione,   nel senso che senza la vittoria dell'Italia contro la Bulgaria le due nazionali del Nord Europa si sarebbero qualificate con qualsiasi risultato finale del loro scontro diretto,    ma ancora Tomasson a venti minuti dalla fine segnava il gol del vantaggio per la Danimarca  e  portava la situazione su uno scivoloso due a uno che era la premessa per confezionare il  "biscotto",    visto che da quel preciso momento sarebbe stato sufficiente un solo gol  (quello della Svezia)   per confezionare il risultato che andava bene a entrambe per qualificarsi,   e  quindi era facilissimo  "cadere in tentazione"  e  lasciarsi andare alla classica farsa di fine stagione.     Tutto si consumava nell'ultimo minuto delle due partite,    prima che avessero inizio i minuti di recupero:    Cassano segnava il gol che,   portando in vantaggio l'Italia,    sembrava regalare la qualificazione della nostra nazionale ai danni della Svezia,    ma Martin Jonsson lasciato libero di fare quello che voleva in area danese con una difesa che era a dir poco allegra in quella circostanza beffava il portiere della nazionale a maglia bianca e rossa  e  segnava  "il gol del biscotto"   (quello del pareggio per due a due)   che qualificava Svezia  e  Danimarca ai danni dell'Italia.    Gli ultimi cinque minuti  (quelli dei tempi di recupero)   tra svedesi e danesi furono un vero insulto al calcio  e  una provocazione,    dopo avere fatto finta di essersi date battaglia senza esclusione di colpi le due nazionali del Nord Europa,    una volta raggiunto  "casualmente"  il risultato di due a due,    davano vita a una  "melina"  inconcludente con cui trascinavano la partita stancamente fino alla fine,    senza nemmeno provarci ad attaccare per realizzare il terzo gol che avrebbe eliminato una delle due,   mentre il povero Antonio Cassano non aveva fatto in tempo ad esultare per avere segnato quello che secondo lui era il gol della qualificazione dell'Italia che,   dirigendosi verso la panchina per ricevere l'abbraccio trionfale e  assistendo agli sguardi passivi  e  smarriti dei suoi compagni e dell'allenatore,    capì che svedesi e danesi avevano fatto  "il biscotto"  e  la felicità si trasformò ben presto in rabbia e in indignazione per quanto era appena accaduto.   

Zlatan Ibrahimovic che torna al Milan a 38 anni di età,   e  che vuole concludere la sua prestigiosa e meravigliosa carriera proprio nell'Italia da lui mandata a casa con disonore  e  prendendo letteralmente in giro la nostra nazionale nel 2004  tra  colpi da equilibrista esperto in arti marziali  e  provocatori sorrisi dopo la consumazione del tragicomico  "biscotto",     ci ricorda che il calcio in Italia non esisteva più senza di lui,   perchè  lui è il calcio nella sua essenza più indimenticabile.      Capace di inventarsi gol incredibili  e  decisivi  e  poi di perdersi in partite inconcludenti per semplice pigrizia  e  voglia di cazzeggiare trascinandosi penosamente in campo quando era in giornata negativa,    provocatore verso gli avversari  e  spesso sbattuto fuori dal campo a causa di assurde espulsioni,     Zlatan continuava a cambiare squadre da un anno all'altro perchè come tutti i giocatori geniali dopo 30 partite giocate insieme a lui compagni di squadra,   allenatori  e  dirigenti non ne potevano più,   arrivando a un passo dal delirio,    perchè nel calcio  "fisico"  in cui tutti devono correre come cavalli  (anche a costo di fare la figura degli asini perchè anche le più dure sedute di allenamento non regaleranno mai genialità,   estro,   personalità strampalata  e  tecnica sopraffina)    nessuno era in grado di sopportare  "il provocatore"  più di 15 minuti senza dare in escandescenze  e  senza andare letteralmente fuori dagli stracci.      Però il calcio italiano è declinato paurosamente  (come qualità)  senza il grande Zlatan,   e  adesso che lui torna,    noi tutti torneremo finalmente ad apprezzare l'Arte  e  la Fantasia anche quando l'artista cazzeggia indecorosamente in campo,   cincischia tirando a campare,   diventa irascibile  e  ci prende in giro....          

Nessun commento:

Posta un commento