domenica 3 maggio 2020

"E' ORA DI RIPARTIRE" (ANCHE A BERGAMO), DAL PROFESSOR GIUSEPPE REMUZZI NELLA SUA INTERVISTA SULL'ECO DI BERGAMO FINALMENTE PAROLE DI OTTIMISMO E DI POSITIVITA'

"E'  ora di ripartire:   non deve e non può essere un  'liberi tutti'  ma dobbiamo sapere che una delle maggiori cause di malattie e di morte sono la povertà  e  in conflitti.   E da una strategia di quarantena eccessivamente prolungata non ci si può non aspettare più povertà e più conflitti,   che generano il rischio concreto di una salute pubblica fuori controllo   e  di una maggiore mortalità.    Uno scenario simile sarebbe ancora più pericoloso della pandemia".    Niente  "liberi tutti",   ma per la prima volta uno scienziato  "in prima linea"  nella emergenza sanitaria  "Corona Virus",   il professor Giuseppe Remuzzi   (direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche  "Mario Negri",   quindi si parla di uno scienziato  e  di un Ente di Ricerca che godono di grande reputazione  e  prestigio sia a livello nazionale che all'estero),  con una intervista pubblicata oggi con grande evidenza a pagina 3 dell'Eco di Bergamo,    dichiara apertamente che siamo arrivati al punto in cui  "il lockdown prolungato"  rischia di produrre uno scenario addirittura più pericoloso,   per la stessa salute pubblica,   della pandemia in corso,   e  ammette senza tanti giri di parole che   "povertà e conflitti sociali"  possono diventare cause di mortalità tali da produrre più vittime dello stesso  "Corona Virus".      

Il professor Remuzzi aggiunge anche preziose informazioni  e  suggerimenti,   che tranquillizzano noi cittadini della Provincia di Bergamo,   che possono essere così sintetizzate

SI PUO'  RIAPRIRE IN SICUREZZA  perchè nella prima ondata Bergamo e la sua Provincia sono state travolte in modo improvviso  e  con dimensioni catastrofiche,    afferma che la pandemia ha colto tutti impreparati,    il professore a un certo punto della sua intervista dice esplicitamente che  "nessuno al mondo era pronto per un evento del genere,   nè l'Italia nè altre nazioni";   il professore spiega che malgrado ci si è dovuti organizzare in poche settimane per fronteggiare un evento che ha travolto il mondo intero,   nemmeno nei momenti più drammatici l'azienda ospedaliera bergamasca  "Papa Giovanni XXIII"  è mai crollata.    Adesso la situazione è cambiata:   gli ospedali della Provincia di Bergamo non sono più al collasso,   si è capita l'importanza fondamentale della  "diagnosi precoce e della cura a casa,   in isolamento personale"  e  indica come suggerimento visite mediche a domicilio e non al telefono,  attivazione di unità mobili per fare radiografie  e  fornire ossigeno e saturimetri,   più  "medicina di base e sul territorio",   e  aggiunge che la stessa azienda ospedaliera  "Papa Giovanni XXIII"  di Bergamo si sta attivando in tal senso  e  sta affinando i suoi protocolli per la cura della malattia.    Infine,  circostanza da non sottovalutare,   proprio in quanto la Provincia di Bergamo è stata travolta nel modo più catastrofico che si possa immaginare i cittadini hanno la consapevolezza della gravità della situazione  e  si muovono in modo più prudente rispetto ad altre zone dell'Italia dove le dimensioni dell'emergenza  e  della pandemia non sono state così importanti.  

I DATI  nell'intervista il professor Remuzzi afferma che solamente nel 20%  dei casi la malattia degenera a tal punto da richiedere l'ospedalizzazione del paziente,   e  nel 90%  dei casi in cui essa degenera il paziente è di età anziana spesso con altre patologie,    in un quadro clinico in cui il  "Corona Virus"  diventa particolarmente pericoloso  e  insidioso proprio perchè va a colpire persone già fisicamente deboli;   venerdì 1°  maggio nell'azienda ospedaliera bergamasca si è registrato un solo decesso,   addirittura un dato inferiore a quelli  "pre emergenza Corona Virus".    Il professore stima che a livello nazionale una percentuale tra il 4 e il 7%  ha già contratto la malattia e sviluppato gli anticorpi,   ma aggiunge che nella Provincia di Bergamo questa percentuale è molto più alta e potrebbe essere molto vicina al 30%  della popolazione.

LA SENSAZIONE   E  I SUGGERIMENTI  il professore conferma quello che è già descritto nei dati  (da due settimane il numero di nuovi casi di positività riscontrati al  "Corona Virus"  in tutta la Provincia di Bergamo fornito dai bollettini ufficiali scende sistematicamente sotto le 50 unità in quasi tutti i giorni di osservazione,   i dati degli ultimi due giorni osservati indicano rispettivamente 22 e 34 nuovi casi in una Provincia che all'inizio della pandemia era stata travolta perchè subiva incrementi nettamente superiori ai 1.000 nuovi casi a settimana)   e cioè che il virus,   anche se non sta mutando,   sta perdendo forza nella aggressività della sua carica;   con molta correttezza di informazione il professore dichiara che questa è una sua sensazione  e  non una evidenza scientifica.    I suggerimenti dal punto di vista sanitario sono quelli che già conosciamo:   mantenimento delle distanze di sicurezza,   lavaggio frequente delle mani,    utilizzo dei guanti  "monouso"  e  delle mascherine  e  cura per la propria igiene personale.

Il Gufo aggiunge altre informazioni:   da diversi giorni proprio in Regione Lombardia  (in particolare negli ospedali delle Province di Mantova  e  di Pavia)   è in pieno svolgimento una cura con il plasma delle persone guarite che hanno sviluppato gli anticorpi,   la cura fino a ora si sta dimostrando efficace  e  in quelle due Province il numero dei decessi è ormai vicinissimo allo zero;    se questa cura sarà confermata come  "efficace"  la Provincia di Bergamo,   che può disporre di una realtà come l'A.V.I.S.  molto strutturata  e  ricca di donatori di sangue,   avrà a disposizione uno strumento in più per combattere la pandemia.    Il vaccino è ancora lontano nel tempo,   ma sono state sperimentate  (oppure sono in fase di sperimentazione)  alcune terapie farmacologiche che impediscono alla malattia di degenerare  e  di portare il paziente nell'inferno della terapia intensiva,  i volontari di Confartigianato Bergamo  e  dell'Associazione Nazionale Alpini hanno realizzato in poco tempo presso la Fiera di Bergamo un ospedale in grado di accogliere alcuni pazienti afflitti da  "Corona Virus"  (in modo da allentare la pressione sulle principali strutture ospedaliere della Provincia),    si sentono meno sirene di ambulanza in  circolazione  e  la consultazione dei necrologi dell'Eco di Bergamo restituisce un quadro della situazione di gran lunga migliore rispetto a quello delle settimane centrali di marzo  e  di inizio aprile.     Inoltre,   il periodo di rigido  "lockdown"  che qui nella Provincia di Bergamo è stato osservato in modo realmente assiduo,   ha migliorato la qualità dell'aria,   il consumo dei carburanti  e  il traffico sono crollati a livelli veramente irrisori,   e  questo ha avuto come conseguenza anche il crollo del numero dei sinistri  e  degli incidenti stradali;    in generale  (fatta eccezione per qualche rarissimo caso di  "protagonismo"  che non manca mai)   i nostri amministratori locali non hanno mai dato spettacolo in televisione  e  non si sono inventati ordinanze strampalate,    si sono attenuti alle disposizioni del governo centrale   e  della Regione Lombardia  e  questo non ha creato caos  e  confusione.     Sempre sull'Eco di Bergamo,   è pubblicata a pagina 6  e  a pagina 7  ampia spiegazione del calendario di una campagna di circa 1.500 test sierologici che coinvolgerà le A.T.S.  provinciali  (a seguire i Comuni  e  le aziende i cui dipendenti sono a diretto contatto con il pubblico potranno organizzarsi per incrementare il numero dei test sierologici svolgendoli loro stessi per il personale alle loro dipendenze  e  nel caso dei Comuni attrezzando dei centri di raccolta),   ciò consentirà di acquisire ulteriori dati e informazioni per le autorità sanitarie per comprendere quale è stata l'effettiva dimensione dei casi di positività alla malattia.      Il punto principale è ovviamente quello della prudenza dei comportamenti individuali delle persone  e  soprattutto quello che,   man mano passano i mesi,   la Scienza acquisirà un numero sempre maggiore di informazioni sanitarie;   dall'esperienza  e  dalla conoscenza sempre maggiore,   sarà più facile individuare le cure farmacologiche  e  soprattutto una migliore metodologia di  "pronto intervento"  in grado di stroncare sul nascere situazioni di potenziale pericolo.    Ci sono quindi seri motivi per essere fiduciosi e ottimisti proprio qui nel territorio di Bergamo  e  della sua Provincia,   e  di credere che l'esperienza passata,    per quanto dolorosa,   potrebbe essere stata quella che  "in futuro"   (ma in realtà già adesso nel presente)   pone il nostro territorio in condizioni di maggiore sicurezza rispetto ad altre realtà locali la cui situazione è diventata molto più grave,   purtroppo,   rispetto a quella della nostra Provincia     

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