sabato 2 maggio 2020

IL "SOLE 24 ORE" CAMBIA LA NARRAZIONE DELL'EMERGENZA "CORONA VIRUS", ECCO I DATI MATEMATICO / STATISTICI REGIONE PER REGIONE

La narrazione dell'emergenza sanitaria  "Corona Virus"  è vissuta su un dogma assoluto,  incontestabile,  inconfutabile:   il disastro epocale si è consumato in Regione Lombardia,   gestita in modo assolutamente disastroso,   nella quale peraltro  (in dati assoluti)  si concentra il maggior numero di ammalati,   di persone decedute,   di persone ricoverate in ospedale  e  in particolare in terapia intensiva.    Una condanna  "senza appello",   anche perchè bisogna ammettere che la gestione da parte del governatore regionale Fontana  e  dell'assessore Gallera è stata  (sia a livello operativo che comunicativo)   piena di errori,   di imprecisioni,   oltre che da messaggi clamorosamente sbagliati  (nella fase iniziale in cui l'epidemia iniziava a dilagare in modo esponenziale  e  la situazione precipitava fino a fare precipitare per due settimane la Provincia di Bergamo al collasso sia come strutture ospedaliere intasate  che  come numero delle vittime);   tuttavia i primi dati che sono forniti da indicatori matematici  e  statistici molto seri fanno nascere la necessità di una diversa  "narrazione",    che è molto più complessa da quella che ha individuato nella sola Regione Lombardia la fonte e l'origine unica di tutti i disastri  e  di tutti i mali.   

Il  "Sole 24 Ore"  oggi pubblica dei dati,   che descrivono una narrazione del tutto diversa.    Viene pubblicato nella versione  "on line"  un grafico,   prodotto grazie anche alle ricerche svolte dalla Fondazione Bruno Keller,   che prende in considerazione un parametro scientifico  /  matematico denominato  R0  ("erre con zero")  che in pratica misura  e  quantifica il tasso di diffusione del contagio,   ossia il numero medio di persone che una singola persona infetta  e  positiva al  "Corona Virus"  è  in grado di contagiare;   dall'andamento del parametro R0 discende in modo quasi inevitabile l'altro parametro Rt  ("erre con ti")  che misura la velocità alla quale nei giorni successivi si diffonderà probabilmente il contagio nella Regione oppure nella  "macro area"  che viene presa in considerazione.    Il direttore dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro non ha esitato a dire che l'indicatore  "è la nostra guida",   il Ministro della Sanità Roberto Speranza  (che praticamente agisce  "sotto dettatura"  del comitato tecnico scientifico  e  dell'Istituto Superiore di Sanità)  lo ha inserito,   insieme all'andamento del numero dei posti a disposizione nelle strutture ospedaliere  e  in particolare in terapia intensiva  e  alla capacità di eseguire tamponi  e  test sierologici in grande quantità  (che consente di tenere monitorato con precisione l'andamento dell'epidemia in quella Regione),    come uno degli elementi il cui andamento sarà alla base delle decisioni future,   "in primis"  quella di allentare ulteriormente le misure restrittive  e  le limitazioni in vigore  e  soprattutto di tornare al  "lockdown"  (oppure addirittura alla costituzione di  "zone rosse"  anche in aree più piccole e ristrette rispetto al territorio regionale)   nel caso in cui quel parametro dovesse superare il valore pari a 1.    In particolare,   un indice R0 inferiore a uno segnala che l'epidemia sta rallentando,  e la tendenza della stessa è quella di perdere forza  e  di andare ad esaurirsi,    mentre un indice superiore a uno segnala che l'epidemia ha ripreso forza  e  "minaccia"  di espandersi nuovamente a velocità esponenziale,   rendendo inevitabile l'adozione di nuove misure restrittive;    quando  (come era accaduto nelle fasi più drammatiche dell'emergenza sanitaria  "Corona Virus")   questo valore addirittura sale fino a raggiungere e superare quota 2,   vuol dire che la diffusione dell'epidemia rischia seriamente di finire  "fuori controllo"  in assenza di provvedimenti immediati.

Il  "Sole 24 Ore"  pubblica la tabella,   indicando il valore  e  anche  "l'intervallo di confidenza"  (il  "Sole 24 Ore lo definisce  "intervallo di coincidenza 95%",   ossia l'intervallo all'interno del quale oscilla il valore reale con un margine di errore molto risicato e non superiore al 5%;   infatti il dato stimato pubblicato per ogni Regione dal  "Sole 24 Ore"  è un valore molto vicino al valore medio dei due estremi dell'intervallo di confidenza 95%):   chi come il Gufo ha studiato  (all'università,   e  sia pure  "a livello base"  e  non approfondito  e  specialistico)  Matematica  e  Statistica,   sa benissimo che l'intervallo di confidenza assume la medesima importanza del dato matematico,   perchè se l'intervallo di confidenza è ristretto vuol dire che il dato è abbastanza preciso  e  fornito con margine di errore statistico molto basso,   mentre se l'intervallo di confidenza è abbastanza ampio vuol dire che quel dato esprime  "una tendenza media"  più che un dato preciso,   perchè l'analisi che ha portato alla determinazione di quel dato non è ancora approfondita  e  si preferisce non indicare il valore dell'indice R0 perchè non si è riusciti a individuare non solamente il valore stimato,   ma nemmeno l'intervallo di confidenza entro il quale descrivere l'andamento della curva di diffusione dell'epidemia in quella Regione.    In Italia  (finalmente!!!)  l'indice R0 è tornato sotto il valore di 1 in tutte le Regioni,   e  quindi è stato possibile introdurre un primo passaggio di allentamento delle misure del  "lockdown".    In questo momento l'Italia  (se si considera l'indicatore R0,  e  nella ipotesi in realtà assai improbabile che tale indicatore nelle diverse nazioni sia misurato in modo omogeneo)  sarebbe addirittura messa meglio della Germania,   il cui  "indicatore R0"  dopo le prime riaperture ha oscillato intorno al valore di 0,90;   quello che è confortante è che,   fatto comunque presente che esistono differenze di valori anche molto importanti tra le diverse Regioni,   la situazione in Italia è abbastanza omogenea  (diverse Regioni hanno valori molto vicini tra di loro,   oppure che in percentuale si discostano non di molto)   e  questo rende preferibile  "linee guida nazionali"   (con aperture maggiori verso le Regioni più  "virtuose")   piuttosto che la follia di venti politiche diverse,   una per ciascuna Regione.    Questi sono i dati  (Regione per Regione,    

REGIONE VALLE D'AOSTA  indice R0 = 0,52  (intervallo di confidenza tra 0,39 e 0,67) 
REGIONE PIEMONTE  indice  R0 = 0,75  (intervallo di confidenza tra 0,71 e 0,78)
REGIONE LOMBARDIA  indice R0 = 0,53  (intervallo di confidenza tra 0,52 e 0,55)
REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA  indice R0 = 0,61  (intervallo di confidenza tra 0,52 e 0,71)
REGIONE VENETO  indice R0 = 0,53  (intervallo di confidenza tra 0,49 e 0,57)
PROVINCIA DI TRENTO  indice R0 = 0,42  (intervallo di confidenza tra 0,35 e 0,50)
PROVINCIA DI BOLZANO  indice R0 = 0,61  (intervallo di confidenza tra 0,51 e 0,72)
REGIONE EMILIA ROMAGNA  indice R0 = 0,72  (intervallo di confidenza tra 0,69 e 0,77)
REGIONE TOSCANA  indice R0 = 0,64  (intervallo di confidenza tra 0,59 e 0,71)
REGIONE MARCHE  indice R0 = 0,65  (intervallo di confidenza tra 0,57 e 0,73)
REGIONE LIGURIA  dati non disponibili  /  non pubblicati
REGIONE UMBRIA  indice R0 = 0,19  (intervallo di confidenza tra 0,11 e 0,29)
REGIONE LAZIO  indice R0 = 0,62  (intervallo di confidenza tra 0,55 e 0,69)
REGIONE ABRUZZO  indice R0 = 0,55  (intervallo di confidenza tra 0,43 e 0,68)
REGIONE MOLISE  indice R0 = 0,84  (intervallo di confidenza tra 0,49 e 1,20)
REGIONE PUGLIA  indice R0 = 0,78  (intervallo di confidenza tra 0,68 e 0,89)
REGIONE CAMPANIA  dati non disponibili  /  non pubblicati
REGIONE BASILICATA  indice R0 = 0,35  (intervallo di confidenza tra 0,15 e 0,53) 
REGIONE CALABRIA  indice R0 = 0,52  (intervallo di confidenza tra 0,36 e 0,71)
REGIONE SICILIA  indice R0 = 0,64  (intervallo di confidenza tra 0,53 e 0,78)
REGIONE SARDEGNA  indice R0 = 0,66  (intervallo di confidenza tra 0,54 e 0,80)

LE REGIONI DEL NORD FORNISCONO DATI PIU'  PRECISI  -  gli  "intervalli di confidenza"  in cui è descritto il valore R0 di Regione Lombardia,  Regione Veneto,   Regione Piemonte  e  Regione Emilia Romagna sono quelli più  "ristretti":   la gravità della situazione in quelle quattro Regioni  "martirizzate"  rispetto al resto della nazione è stata quindi enfatizzata dal fatto che esse sono state nettamente  "le più virtuose"  nella individuazione dei dati.    In altre Regioni che sembrano  (a prima vista)  molto più  "virtuose"  nei dati abbiamo la presenza di  "intervalli di confidenza"  con oscillazioni molto ampie,   vuol dire che i dati in quelle Regioni possono esprimere al massimo una tendenza,   ma nulla che si avvicini alla  "mappatura precisa ed esatta"  (e nemmeno a quella  "stimata")   della diffusione dell'epidemia sul territorio.     Ha quindi pienamente ragione il governatore del Veneto Luca Zaia quando si lamenta che le Regioni del Nord sono state massacrate  "a livello mediatico"  perchè più precise nella fase di raccolta ed elaborazione dei dati matematici  e  statistici;   ovviamente se non si fanno i tamponi  e  i test sierologici,   quella Regione avrà un numero di contagiati molto basso,   mentre se una Regione scarsamente popolata come il Molise registra un numero di casi che in termini assoluti è decisamente basso,   proprio a causa del rapporto percentuale tra numero di casi,   popolazione della Regione  e  densità abitativa della stessa può accadere  "per assurdo"  che la situazione dell'indicatore mette quella Regione nella posizione di essere considerata come una delle Regioni più  "a rischio"  a livello nazionale.    

CROLLA  "LA LEGGENDA"  CHE LA REGIONE LOMBARDIA E'  QUELLA  "MESSA PEGGIO DI TUTTE LE ALTRE"  -  l'indicatore R0  e  soprattutto la maggiore ampiezza dell'intervallo di confidenza sembrano definire situazioni  "di tendenza"  potenzialmente più gravi nelle Regioni Emilia Romagna,  Piemonte,   Toscana,   Marche,   Puglia  e  nelle due isole rispetto alla Regione Lombardia.    Incredibilmente  (il Gufo utilizza la parola  "incredibilmente"  tenendo presente ciò che da mesi viene scritto sui giornali nazionali  e  presentato come il Verbo nelle trasmissioni televisive  e  nei social network)   e  malgrado la situazione sia catastrofica dal punto di vista del numero  "assoluto"  delle vittime,   dei casi di malattia  e  delle gravissime conseguenze di errori di comunicazione  e  di gestione,   se si considerano congiuntamente sia l'indicatore R0 che l'ampiezza dell'intervallo di confidenza solamente tre Regioni  (Umbria,  Provincia autonoma di Trento  e  Basilicata)  possono dire senza alcun dubbio messe meglio della Regione Lombardia;   infatti la stessa  "narrazione"  dei giornali nazionali ha cambiato musica,    individuando ad esempio la situazione più critica  (a livello nazionale)  in altre Regioni come il Piemonte  e  le stesse Marche.  Per quanto riguarda  "la tendenza",    migliora nettamente la situazione in Emilia Romagna  e  nella stessa Lombardia dove nella fase iniziale,   a causa dell'esplosione dei focolai  "originari"  nella zona del Basso Lodigiano,   di Bergamo e di Brescia  e  della Provincia di Piacenza,    e  anche nella zona al confine tra le Marche  e  il ferrarese,   erano quelle messe peggio,   e  invece si sono portate con forza verso un indicatore R0 che è sceso non di poco sotto il valore  "critico"  di uno;   tra le grandi Regioni è ancora insidiosa  (e da tenere  "sotto osservazione")  non solo la situazione delle quattro Regioni produttive del Nord Italia,   ma anche quella di Lazio,  Puglia  e  Toscana.   

LIGURIA E CAMPANIA,   DATO NON PUBBLICATO;   CALABRIA,   ASSURDO ACCELERARE SULLE  "RIAPERTURE"   -  la riflessione  "teorica"   che si imporrebbe a prima vista è che,   per assurdo,   queste due Regioni non potrebbero nemmeno uscire dalla  "fase uno"  del  "lockdown",   perchè non si è in grado di monitorare con l'indice R0 l'andamento dell'epidemia  e  la sua crescita sia come numero di casi  che  a livello temporale.    Ha quindi fatto molto bene,   malgrado i modi troppo decisionisti  e  il linguaggio a volte  "pittoresco",   il governatore della Campania Vincenzo De Luca a prendere misure estremamente severe e restrittive nella sua Regione  e  ahimè sarà costretto a mantenerle fino a quando l'Istituto Superiore di Sanità non sarà in grado di stimare con precisione  (oppure all'interno dell'intervallo di confidenza)   un indicatore in grado di descrivere l'andamento dell'epidemia in quella Regione.      Per quanto riguarda la polemica tra Regione Calabria  (che vorrebbe accelerare sulle  "riaperture")  e  governo nazionale,   è da tenere presente che l'indicatore R0 calabrese non è preoccupante  ed  è perfettamente in linea con quello medio nazionale,   ma l'intervallo di confidenza troppo ampio  e  oscillante sembra indicare una situazione ancora un po'  instabile che sarà meglio monitorata nei prossimi giorni,   e  quindi non si può  "mettere in croce"  chi predica ancora 15 giorni di prudenza prima di agire in modo più deciso.

L'UMBRIA E'  DI GRAN LUNGA LA REGIONE PIU'  "VIRTUOSA"  D'ITALIA   e  in quella Regione sarebbe saggio  e  opportuno,   dal 18 maggio,   concedere una riapertura quasi totale;    peraltro  (unica Regione che non ha come confini geografici il mare  oppure  altre nazioni straniere)  è quella che ha il minor rischio  (nel momento di riaperture molto più ampie  e  ripristino della libertà di circolazione a livello europeo  e  internazionale)   di vedere compromessa la propria situazione da  "contagio da importazione"  come è accaduto ad esempio in alcune zone della Cina.   In questo momento,   se si vuole differenziare  "per aree territoriali"  la riapertura delle attività  e  il venire a meno delle misure restrittive  e  delle limitazioni alla libertà di movimento,   si deve iniziare da Umbria e Basilicata che sono due Regioni  (anche in considerazione del fatto che sono tra le meno popolose d'Italia)   in cui i dati e gli indicatori descrivono una situazione di espansione dell'epidemia praticamente vicina allo zero  e  quindi di rischio  "basso"  di ripresa dei contagi.  

LE VACANZE ESTIVE 2020  (A LIVELLO  "NAZIONALE"  E  "INTERNAZIONALE")   IN QUESTO MOMENTO SONO  "A RISCHIO",   TORNANO LE TRE MACRO AREE DI CUI PARLAVA IL PROFESSOR MIGLIO  -   il Ministro della Sanità Roberto Speranza intende consentire la mobilità tra le Regioni per le vacanze estive solamente nel caso in cui l'indice R0 sarà vicino al valore di 0,20  (oppure la tendenza dimostrerà che ci si avvia inesorabilmente verso quel valore);    la soluzione più probabile per salvare la stagione turistica estiva  e  per evitare il collasso  (e caldamente consigliata dal Gufo)  è quindi quella di  "vacanze regionali"  oppure  al massimo muovendosi tra Regioni tra di loro confinanti  e  i cui valori sono omogenei  e  descrivono situazioni simili se non praticamente identiche.   Ad esempio,   i turisti lombardi  e  veneti potrebbero tranquillamente recarsi nella loro Regione  e  in quella  "confinante"  per le vacanze,   mentre i valori praticamente simili di tutte le Regioni del Sud Italia potrebbero rendere agevole l'interscambio tra Abruzzo,  Calabria,  Campania,  le due grandi isole.     Si produce in modo  "straordinario"  e  involontario la divisione nelle quattro macro aree nazionali  (Nord Italia,  Centro Italia  e  Sud Italia  e  le due grandi isole Sicilia  e  Sardegna),   con aggiunta delle due specificità territoriali della Valle d'Aosta  e  della Provincia autonoma di Bolzano  "bilingue",   in cui le omogeneità e le similitudini sono individuate quasi fedelmente dall'appartenenza a una delle macro aree geografiche di appartenenza di ognuna delle Regioni italiane;    con straordinaria saggezza e preveggenza il costituzionalista e professore Gianfranco Miglio  (ex senatore della Lega Nord)  aveva individuato la soluzione migliore dal punto di vista politico / amministrativo dell'Italia che non è quella dei  "carrozzoni"  regionali,   ma è una ripartizione  "su tre livelli"  tra Stato centrale,   alcune  "macro aree"  intermedie  (Miglio addirittura suggeriva  "macro aree"  sovra nazionali all'interno dell'Unione Europea)   e  il livello amministrativo più vicino ai cittadini che è quello del Comune.  

La individuazione della cura farmacologica  oppure  del vaccino in grado di debellare la pandemia  oppure  di riportarla a livello di  "malattia curabile anche a domicilio"  senza necessità di ricoverare il paziente in ospedale sarà in ogni caso la soluzione del problema,   e  il modello matematico appena descritto sarà certamente stravolto dall'aumento ormai prossimo delle temperature,   che nei mesi di giugno,   luglio  e  agosto potrebbe fare perdere forza al virus  e  favorire il rallentamento della velocità dei contagi  e  quindi un'ulteriore discesa  (verso lo zero)  dell'indicatore R0;    quello che il Gufo ha voluto proporre è semplicemente un approccio  "matematico / statistico"  che utilizza i parametri stessi indicati come  "affidabili"  dall'Istituto Superiore di Sanità  e  i dati forniti da un giornale nazionale di solito serio  e  credibile come  "Il Sole 24 Ore"        


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