Anche oggi gli ospedali continuano a svuotarsi in Regione Lombardia: dal 4 maggio (ultimo giorno del "lockdown") al 28 maggio siamo passati da 532 a 173 pazienti ricoverati in terapia intensiva su tutte le strutture del territorio regionale, i pazienti ricoverati in reparti diversi dalla terapia intensiva nello stesso periodo sono diminuiti da 6.414 a 3.470; in meno di un mese sono diminuiti di due terzi i pazienti ricoverati in terapia intensiva, sono diminuiti di quasi il 50% i pazienti ricoverati nei reparti diversi dalla terapia intensiva. L'Eco di Bergamo riferisce che il numero di chiamate di emergenza al numero "118" nel mese di marzo (con riferimento alle Province di Bergamo, di Brescia e di Sondrio) è stato di 13.870 telefonate, questo numero è diminuito a 4.210 telefonate nel mese di aprile, ed è crollato fino alle attuali 1.525 telefonate nel mese di maggio (situazione aggiornata al 25 maggio); si registra quindi una diminuzione di quasi il 90% nel numero di telefonate da marzo a maggio e siamo tornati ai livelli dei mesi precedenti l'emergenza sanitaria, se si considera che nel mese di febbraio (che è formato solamente da 29 giorni) il numero di telefonate di emergenza era pari a 2.419 telefonate. Il sito "online" Bergamonews annuncia che in tutto il periodo dell'emergenza sanitaria "Corona Virus" sono state ricoverate 1.911 persone al "Papa Giovanni XXIII" di Bergamo, con un numero massimo di 550 pazienti il 29 marzo, attualmente (due mesi più tardi) il numero di pazienti ricoverati nell'azienda ospedaliera bergamasca è sceso a 56 pazienti; anche in questo caso la diminuzione del numero dei pazienti ricoverati nella principale azienda ospedaliera di Bergamo, in percentuale, è quasi del 90%. Il numero dei decessi nella Provincia di Bergamo è in calo evidente da marzo ad aprile e anche da aprile a maggio, chiunque è in grado di riscontrare quotidianamente questa circostanza, nel mese di marzo (e nei primi giorni di aprile) i bollettini ufficiali delle Parrocchie, le pagine dei necrologi dell'Eco di Bergamo e le bacheche pubbliche dei territori comunali dove sono affissi i necrologi registrano un ritorno ai livelli di mortalità dei mesi precedenti all'inizio ufficiale della emergenza sanitaria "Corona Virus". Infine, gli ospedali e le strutture sanitarie della Provincia di Bergamo hanno ripreso le loro attività "tradizionali" (ne è la prova il Gufo medesimo, che nel mese di giugno potrà riprendere le attività "sospese" nel periodo di emergenza come i colloqui psicologici, il "check up" assicurativo di esami del sangue e visite cardiologiche, e l'igiene dentale presso lo studio dentistico ospitato nella struttura di "Habilita Sarnico"), mentre l'ospedale allestito in emergenza nella zona della Fiera di Bergamo ha dimesso l'ultimo paziente che era ricoverato con sintomi di "Corona Virus" (questa struttura, allestita in una sola settimana dai volontari bergamaschi, non sarà smantellata ma continuerà ad esistere per le indispensabili "attività di supporto" al contrasto della pandemia, in modo da avere in territorio della Provincia di Bergamo una struttura di emergenza su cui contare nel caso in cui si dovesse verificare una possibile "seconda ondata" autunnale della pandemia nella nostra Regione e sul territorio bergamasco).
Ci sarebbero le testimonianze di diversi medici che registrano casi di indebolimento della forza virale, ad esempio nei dati di ieri del bollettino ufficiale di Regione Lombardia sono stati registrati 168 nuovi casi di positività derivanti dai test sierologici per cui la A.S.T. della Provincia di Bergamo ha precisato che procederà la settimana prossima a effettuare almeno 118 nuovi tamponi per confermare l'eventuale venire a meno della positività, perchè quando essa è stata riscontrata con il test sierologico era considerata "molto debole"; delle testimonianze di questi medici abbiamo ampie notizie e diversi articoli pubblicati nel mese di maggio sui principali quotidiani della Provincia di Brescia e sull'Eco di Bergamo, peraltro anche il primario dell'azienda ospedaliera "San Raffaele" di Milano dottor Zangrillo in una trasmissione televisiva ha rilasciato dichiarazioni simili a quelle dei medici bergamaschi e bresciani che descrivono da almeno un mese una situazione di grande miglioramento in tutte le strutture ospedaliere locali. Infine, è sufficiente parlare con un qualsiasi volontario di ambulanza di Croce Rossa Italiana per avere conferma del miglioramento della situazione tra la fine di marzo e la fine di maggio, i nostri eroici volontari di ambulanza nel mese più catastrofico dell'emergenza non riuscivano a riposare nemmeno un minuto (alla fine di un servizio immediatamente arrivava comunicazione di partire per un altro servizio, avendo solamente il tempo di sanificare l'ambulanza) mentre adesso per fortuna hanno iniziato a "tirare il fiato" e a tornare verso turni di lavoro "normali". Oltre a tutto ciò, sono finalmente iniziate le indagini e la mappatura del territorio (almeno qui in Provincia di Bergamo) con i primi test sierologici offerti da diversi laboratori, alcuni dei quali collaborano con strutture ospedaliere; queste situazioni (che fanno emergere alcuni casi di "positività" non più gravi, anzi spesso "deboli") consentono di fare trascorrere ulteriori due settimane di "quarantena" ai fini precauzionali a diverse persone che sono entrate in contatto con la malattia, e se contribuiscono a peggiorare la statistica ufficiale dei nuovi casi di contagio in Regione Lombardia, forniscono ulteriori elementi e informazioni utili alle strutture sanitarie locali per capire quanto è stato realmente
Salta fuori ogni tanto "il Grande Esperto" che descrive una situazione catastrofica in Regione Lombardia e accusa i politici della nostra Regione di manipolare e sottostimare i dati, e dimostra solamente quanto sono lontani dalla realtà i frequentatori di televisioni e grandi giornali nazionali, "nostalgici del lockdown" al quale vorrebbero fare ritorno perchè si rendono conto che man mano si torna verso una vita quotidiana "quasi normale" la loro celebrità viene a meno e i politici riacquistano indipendenza e forza per accompagnare alla porta i comitati tecnici e scientifici e le Fondazioni che hanno proliferato (ma non hanno risolto uno solo dei problemi esistenti) con disquisizioni teoriche e dotte elucubrazioni più che mettere in campo quelle soluzioni pratiche che invece i medici che hanno agito "in prima linea" nei reparti degli ospedali, in ambulanza e in "pronto soccorso" hanno dovuto prendere spesso avendo pochissimo tempo a disposizione per analizzare la situazione e per assumere importantissime decisioni. Quella descritta dal Gufo in questo post è la situazione a fine maggio in Regione Lombardia, e in particolare nella Regione di Bergamo, dove sistematicamente da quasi un mese continuano a calare (anche in modo assai consistente) i numeri di persone ricoverate nelle strutture ospedaliere, i numeri dei nuovi decessi, i numeri di persone che chiamano il servizio di emergenza "118" con sintomi conclamati di "Corona Virus" e anche il numero di persone attualmente positive; nella nuova fase della malattia molte persone riescono a guarire senza avere più la necessità di andare a intasare le strutture ospedaliere e senza più finire nei reparti della terapia intensiva. La mitica e mitologica "Fondazione Gimbe" può anche trastullarsi a descrivere l'inferno in Regione Lombardia, interpretando liberamente dati statistici e accusando i "vertici" regionali di manipolare i dati (semmai i "vertici" regionali hanno altre gravissime colpe, quelle di una pessima gestione politica e amministrativa e anche di una pessima capacità di analisi matematica e statistica e di una pessima strategia comunicativa in merito ai dati ufficiali del bollettino quotidiano), ma noi cittadini della Provincia di Bergamo, proprio perchè l'inferno lo abbiamo vissuto personalmente assistendo in modo tragico alla morte di diversi amici, familiari e conoscenti (e senza nemmeno avere la possibilità dell'estremo saluto e della celebrazione della tradizionale cerimonia funebre) abbiamo l'obbligo e il dovere di riprendere a vivere, di mettere fine a queste narrazioni disfattiste e catastrofiche e di dire a pieni polmoni che certe previsioni apocalittiche che arrivavano a ipotizzare (in documenti "segreti" e riunioni di Palazzo) scenari di centinaia di migliaia di possibili nuovi contagiati e addirittura 151 mila posti in terapia intensiva occupati in caso di riaperture generalizzate già il 4 maggio erano fuori dal mondo, fuori da ogni logica matematica e statistica, fuori dalla realtà e probabilmente immersi nelle loro teorie astratte, elaborate nei Palazzi romani lontanissimi (sia geograficamente che fisicamente) da Bergamo, da Brescia, da Lodi, da Piacenza e dalle Regioni del Nord Italia che sono state devastate e messe a durissima prova dalla più grave emergenza sanitaria e dalla più grave pandemia della storia recente
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