E' il giorno della "rabbia e dell'orgoglio" (politico) del Gufo. Nel giorno in cui qui nella destra di Castelli Calepio (che governa il paesello dal 1999 in avanti: prima ha governato la Lega Nord, poi una lista civica come il "Patto per Castelli Calepio" il cui sindaco e diversi esponenti erano tesserati per il Popolo della Libertà, infine da due anni e mezzo un'alleanza tra Lega Nord e Forza Italia) "volano gli stracci" con il "Re Sole" locale che annuncia al popolo che meno male è arrivato lui, dopo secoli di immobilismo (il bello è che in una frase riportata dal giornale accusa di immobilismo anche i suoi attuali alleati....), a risolvere la situazione del traffico, e spara promesse a raffica e parole in libertà, scende in campo il Gufo e dice: non tutti qui a destra sono venditori di fumo e di promesse a vanvera. Qualcuno (magari solitario, magari in assoluta minoranza e quindi sommerso dal clamore degli annunci della maggioranza urlante e giuliva, magari senza proclami e senza demagogia) ha tentato di esprimere altri pensieri, magari pensieri semplici e poco ambiziosi, qualcuno ha tentato di fare discorsi politici diversi, qualcuno ha tentato di prendere le distanze da certi comportamenti politicamente disinvolti; se la conseguenza di tutto ciò è che si è spesso registrato "il tiro al piccione contro il Gufo sparlante e solitario", non può essere certo gettata la croce addosso al Gufo che ha rischiato (e continua a rischiare) di essere impallinato!!! Il Gufo ha le sue piccole e decrepite idee di destra, le sue regole personali rigide e antichissime, e non vuole essere confuso con la massa urlante di venditori di fumo e di promesse; poi se il Gufo è il rappresentante di una minoranza molto esigua dal punto di vista politico e anche numerico porterà pazienza, il Gufo per fortuna non ha l'obbligo nella vita di diventare Imperatore e nemmeno un "Re Sole" locale, ma il Gufo fa solo una richiesta semplice che è quella, quando si parla di destra fanfarona e demagogica, di rivolgersi altrove.... il Gufo è permaloso e ci tiene a rimanere distinto e distante dalla folla che applaude, visto che spesso in Italia la folla che applaude un potente è la medesima folla che - quando qualche anno più tardi quel potente cade in disgrazia oppure non è più al potere - gli gira disinvoltamente le spalle e si mette alla ricerca frenetica di un nuovo potente da applaudire e da incensare
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