sabato 15 ottobre 2016

IL GUFO ILLUSTRA AI LETTORI IL CONTENUTO DELLA SERATA PUBBLICA A CALEPIO SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Il dato di partenza è l'inizio ufficiale della campagna elettorale sul referendum costituzionale del 4 dicembre:  ieri sera nella sala civica di Calepio,  alla presenza di circa 50 persone,   relatore il deputato bergamasco del Partito Democratico Sanga,   il  "comitato per il SI alla riforma"  si è formalmente presentato ai cittadini di Castelli Calepio,  il presidente e portavoce del comitato è Fabio Perletti  (consigliere comunale di  "Castelli Calepio Cambia"),   la vice presidente è la segretaria del circolo locale del Partito Democratico Alessandra Marella,   il segretario del comitato è Massimiliano Chiari,  il moderatore della prima serata informativa di Calepio era Enrico Previtali.   

Il contenuto politico della serata si può riassumere su due concetti fondamentali sui quali il  "comitato per il SI alla riforma"  ha richiamato l'attenzione del pubblico presente in aula:  la necessità di superare l'ormai decrepito e fatiscente  "bicameralismo perfetto"  (che nella realtà dei fatti è già superato:  ormai da almeno 15-20 anni tutti i governi di qualsiasi maggioranza deliberano a colpi di decreti legge,  abusando dello strumento a tal punto che nei decreti in materia finanziaria sono presenti articoli di legge  "mostruosi"  con oltre 100 commi,   e quando la discussione nelle Camere inizia ad andare per le lunghe,  calano la mannaia ponendo la fiducia e costringendo le Camere a dire  "SI"  oppure  "NO"  all'approvazione del decreto legge)  e  la definizione precisa delle materie di competenza statale e di quelle di competenza regionale,  che pone fine a sprechi di denaro indecenti.  

Sul primo punto  (il superamento del bicameralismo perfetto)  la soluzione adottata è quella di una sola Camera con funzioni legislative,  la Camera dei Deputati,   che rimane composta da 630 deputati,  è l'unica delle due Camere che concede e revoca la fiducia al governo,  è l'unica delle due Camere che approva le leggi con tempi certi e nettamente inferiori all'osceno  "mercato delle vacche"  che si scatena oggi nelle commissioni e in aula,  quando nel passaggio da una Camera all'altra le mani furbette e non disinteressate di qualche deputato infilano  (spesso a tradimento)  nel contenuto di una legge piccole  "leggine"  che spesso sono vere e proprie mance elettorali e piccoli favoritismi.    Con il nuovo sistema si avrebbe una sola Camera che decide,   una sola maggioranza politica che ci deve  "mettere la faccia"  (nelle ultime legislature si sono verificati troppi  "governi tecnici"  a causa delle due diverse maggioranze che spesso si registrano nella Camera e nel Senato)   e non può più fare il giochino dello scarica barile politico,   e si salva il bicameralismo perfetto in alcune questioni di importanza nazionale  (la ratifica dei trattati internazionali,   le modifiche della Costituzione,  le leggi di importanza regionale,   l'elezione del Presidente della Repubblica)  nelle quali continua a essere previsto,  a causa dell'importanza dell'argomento,  il meccanismo di garanzia della doppia lettura e della doppia approvazione nelle due Camere.

Il nuovo Senato,  se vince il  "SI"  alla riforma,  sarà composto da 100 senatori invece degli attuali 315,   e quindi si registrerà un primo taglio netto di 215 inutili e strapagate poltrone.  Anche il nuovo Senato sarà eletto dal popolo:  fatta eccezione per cinque senatori nominati da ogni Presidente della Repubblica  (non ci saranno più i  "senatori a vita":  quando scade il mandato di un Presidente della Repubblica,   i cinque senatori decadono e sono sostituiti da altri senatori nominati dal nuovo Presidente della Repubblica),   gli altri 95 senatori saranno i 21 sindaci dei capoluoghi di Regione  e  74 consiglieri regionali.   L'elezione sarà quindi  "indiretta":  nessuno può fare il senatore se non viene prima eletto dai cittadini alla carica di sindaco  (con elezione diretta)  oppure alla carica di consigliere regionale  (nella quale si è eletti tramite il meccanismo delle preferenze);   tra i candidati alla carica di consiglieri regionali dovrà essere indicato sulla scheda elettorale il nominativo di quelli che concorrono anche alla carica di futuri senatori,   in modo che l'elettore,  nel momento in cui scrive la preferenza,  conosce già i nominativi di quelli che  (se otterranno un numero di preferenze sufficiente per essere eletti consiglieri regionali)  diventeranno senatori.   Il costo del  "carrozzone Senato"  diminuirà a causa della diminuzione del numero degli eletti,   e anche i 100 nuovi senatori saranno a  "indennità zero":   la loro retribuzione deriva dal fatto che sono già sindaci di grandi città oppure consiglieri regionali,  e quindi non percepiranno una retribuzione aggiuntiva per la carica di senatori.    Il Gufo anche in questo caso preferiva un ulteriore dimagrimento del  "carrozzone Senato"  mentre la sua perplessità sul fatto delle immunità è stata di fatto superata dalla realtà attuale:  è molto difficile che una delle due Camere,  in questi tempi durissimi in cui l'opinione pubblica è severissima nei giudizi contro  "la casta politica",  si assuma la decisione  (che sarebbe molto impopolare)  di salvare un senatore oppure un deputato dalle indagini penali a suo carico con lo scudo dell'immunità,   e infatti ciò accade molto raramente  (e sempre  "a voto segreto").  

Nella distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni,  lo Stato  "riprende in mano"  tutte quelle competenze strategiche  (promozione del turismo,  decisioni sulla distribuzione dell'energia e sulle reti tecnologiche)  la cui competenza spesso era  "dubbia"  e  fonte di continui ricorsi giudiziari  e  di inutili e costosi contenziosi legali che fanno perdere tempo e non producono nulla di utile.   Siccome lo Stato si impossessa nuovamente della promozione del turismo a livello internazionale,   le Regioni dovranno chiudere gli inutili  "uffici di rappresentanza"  da loro aperti nelle nazioni dell'Unione Europea  e  anche nelle altre nazioni,   che sono spesso veri e propri carrozzoni mangiasoldi pieni di imboscati nulla facenti.   Purtroppo  (e qui il Gufo ci mette una nota di delusione)  non si è avuto il coraggio politico di adottare la soluzione proposta dal costituzionalista leghista Gianfranco Miglio nel secolo scorso,  ossia quella di accorpare le Regioni  (arrivando a un massimo di 12-15 Regioni)  in  "macro aree omogenee",   eliminando quelle piccolissime Regioni che di fatto hanno un potere decisionale pari a zero ma che hanno sul collo la spesa di inutili carrozzoni burocratici.       

Questo,  in sintesi,  è il contenuto reale delle questioni su cui i cittadini saranno chiamati a votare,  la vera scelta  (per il cittadino elettore)  in palio il 4 dicembre è quella tra approvare queste modifiche oppure tenersi il sistema attuale.   Con una vittoria del  "NO"  Renzi potrebbe anche andare a casa  (il Gufo utilizza il termine  "potrebbe"  perchè il Governo non ha nessun obbligo di dimettersi,  in causa di sconfitta al referendum,   e quindi in teoria potrebbe anche tranquillamente andare avanti come se nulla fosse successo fino a quando le Camere non gli toglieranno la fiducia)  e quindi l'argomento  "si deve votare  'NO'  per mandare a casa Renzi"  si è già dimostrato una truffa politica,   ma deve essere ben chiaro che la conseguenza immediata e pratica di una vittoria del  "NO"  è quella di tenersi la Costituzione attuale e il sistema attuale  (quello del bicameralismo perfetto e dei governi di fatto obbligati a governare a colpi di decreti legge,  di voti di fiducia,  di continui ricatti politici  "se non votate questa legge andiamo tutti a casa",   e la serie infinita di  "governi tecnici"  calati dall'alto,  nominati con criteri misteriosi  e  non eletti da nessuno)   per almeno altri 10 anni.   Infatti se vince il  "NO"  non esistono più i tempi tecnici e materiali per fare altre riforme costituzionali in questa legislatura  (mancano meno di 18 mesi alla scadenza naturale della primavera 2018,   quando si dovrà tornare a votare per le nuove elezioni politiche nazionali)  e  la prossima legislatura dovrà ripetere tutta la procedura da capo  (discussione delle riforme,  approvazione in doppia lettura da entrambe le Camere,   referendum popolare confermativo)   e  nuove riforme non saranno pronte prima di altri 10 anni,  durante i quali l'Italia continuerà a cincischiare e a declinare con un sistema legislativo borbonico e superato che ormai non è più funzionale  ed  è completamente inadatto per affrontare i problemi economici e sociali attuali a livello nazionale e internazionale.   Il blog del Gufo non ha esaurito la sua funzione informativa e  "ritorna sul trespolo"  in attesa di partecipare a qualche serata dei  "comitati per il  'NO'  alla riforma costituzionale"  e  descrivere sul blog le ragioni politiche di questi comitati,   avvertendo fin da ora che il Gufo prenderà in considerazione solo le ragioni politiche,  tecniche  e  costituzionali senza cadere nell'insulso e ridicolo tranello del  "voto per mandare a casa Renzi" per il semplice fatto che l'argomento del voto è un altro  e  si deve votare su quello che è l'argomento concreto e reale del voto del referendum del 4 dicembre 

8 commenti:

  1. Gufo nero ti conviene stare sul trespolo con il pallottoliere per imparare a contare, oltre ad essere specialista nei refusi adesso non sai più contare, i “circa” partecipanti alla riunione del partito democratico per il si al referendum, non erano 50 ma erano circa 25-26 oltre ai relatori.
    Dal tuo rapporto di servizio sembrerebbe, che la “cariatide democristiana” giovanni sanga, come sei abituato a chiamare questi cambia bandiera o casacca, come qualcuno scrive sul tuo blog, non ti abbia convinto a cambiare il tuo no in si, ma ormai tu sei diventato fervente leghista starai all’ordine del tuo nuovo partito e voterai no.
    Nel resto sei stato chiaro, mi complimento con te.

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    1. Non era a riunione del Partito Democratico ma era la riunione del comitato per il SI. I relatori e i membri del comitato, compreso il portavoce, vanno conteggiati tra i presenti (hanno anche loro il diritto di voto e votano anche loro al referendum). Il Gufo leghista è intenzionato a votare "SI" al referendum ma, se non avrà impegni personali improvvisi, parteciperà anche alle riunioni dei sostenitori del "NO" perchè deve completare la cronaca descrivendo anche le loro ragioni. Solo le cariatidi democristiane (quelle vere, quelle locali) sono felici e contente di farsi scrivere nero su bianco sul giornale locale "dopo secoli di amministratori che non hanno mosso un dito per risolvere il problema del traffico" e di continuare a sostenere in ginocchio quel sindaco che li ha appena definiti amministratori che hanno scaldato la sedia e non hanno fatto una mazza per risolvere il problema del traffico a Tagliuno, ma se va bene a loro, va bene a tutti (compreso il Gufo)

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  2. Le scuole elementari di Tagliuno sono in via XI febbraio per imparare a contare, 25 + 3 relatori sono circa 28; 26+3 sono circa 29 ma non certo circa 50.

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    1. Grazie della lezione di aritmetica, il Gufo ne farà certamente tesoro...

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  3. Ma l'Anonimo era presente nella sala civica di Calepio o ha fatto la conta guardando le fotografie? Il mio smartphone non ha il grandangolo a 360 gradi, ma posso assicurare che erano 50, esclusi i relatori, perché li ho contati.

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  4. Ma l'Anonimo era presente nella sala civica di Calepio o ha fatto la conta guardando le fotografie? Il mio smartphone non ha il grandangolo a 360 gradi, ma posso assicurare che erano 50, esclusi i relatori, perché li ho contati.

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  5. Un cittadino attento18 ottobre 2016 alle ore 06:38

    20 0 50 sono sempre pochi per un argomento così importante, si parla di toccare la costituzione e eliminare un pò di cariatidi.
    Concordo con gufo su votare si e non capisco partiti come lega o m5s che lucrano su questo puntando solo a fare scendere renzi sulla nostra pelle

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  6. E poi bisogna anche dire che il posto non è dei più comodi x arrivarci. Devo dire che essendo arrivato con 10 minuti di ritardo,non trovando il posto per parcheggiare sono dovuto ritornare indietro. Devo pensare che il comune ha pensato bene di come assegnare una sede non consona alla riunione. Per quanto importante fosse.

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