domenica 18 ottobre 2020

FERMARE LO SPORT DILETTANTISTICO DI BASE E' UNA SCEMENZA ANTI SCIENTIFICA, DEGNA DI UNA "TASK FORCE" DI INCOMPETENTI CHE SONO PEGGIO DEI NEGAZIONISTI

Lo sport dilettantistico di base  e  di squadra presenta alcune caratteristiche:   le partite ufficiali si svolgono con la consegna al direttore di gara delle distinte ufficiali delle due squadre  (che consentono quindi l'identificazione precisa dei nominativi di atleti  e  dirigenti che hanno preso parte all'evento  e  quindi  consentono il tracciamento in caso di necessità,   perchè si può stabilire con precisione l'ora  e  il luogo in cui si trovavano quelle persone),   nelle sedute di allenamento della pallavolo le atlete sono fisicamente separate dalla rete  e  disposte nel campo a un metro e mezzo di distanza tra di loro  e  solamente durante l'azione vengono occasionalmente a contatto per un periodo di tempo molto breve,   i partecipanti agli eventi sono quasi tutti giovani  (e quindi facenti parte della categoria in cui il contagio non si risolve  PRATICAMENTE MAI  con il rischio del decesso  oppure  del ricovero ospedaliero,   salvo eventi rarissimi che erano numericamente così esigui che finiscono sulle cronache dei giornali nazionali proprio per la loro eccezionalità),    l'attività sportiva è certamente uno stile di vita più sano del girovagare e gozzovigliare a manetta e a tutto spiano per bar  e  centri commerciali creando assembramenti molto più clamorosi  e  vistosi,   oltre che incontrollati  (ma senza la tracciabilità perchè in quei luoghi ricostruire presenze e movimenti in modo certo  è  pura utopia),    per le attività sportive le società e associazioni dilettantistiche investono non poche risorse finanziarie  e  di tempo e impegno personale dei dirigenti,   inoltre ogni società sportiva che aderisce a una Federazione oppure a un Comitato riconosciuto a livello nazionale procede al tesseramento dei propri atleti  e  a fare svolgere loro la visita di idoneità medico sportiva  oltre  che a fare svolgere ad alcuni dirigenti corsi di formazione quali quelli di addetto al defibrillatore,   segna punti e refertista ufficiale,   corsi di aggiornamento per allenatore,    corsi di formazione fiscale per amministratori  e  soci,   e  per queste tipologie di attività  (oltre che per le iscrizioni ai campionati a cui partecipa)  investe ulteriori risorse finanziarie.    Infine,  queste attività di base hanno un indotto economico  (rappresentato dal personale dipendente che lavora nei negozi di fornitura di abbigliamento  e  attrezzatura sportiva,   gestori di palestre  e  di  centri sportivi comunali,   dipendenti di Federazioni  e  Comitati,    collaboratori a lettera di incarico annuale  e  tutto il resto)   che subisce un danno economico molto rilevante,   mentre gli atleti  (soprattutto giovani)  che da un anno intero hanno visto sospeso il diritto all'esercizio dell'attività sportiva di squadra subiscono un danno fisico,  educativo  e  psicologico non quantificabile dal punto di vista monetario,   ma non meno rilevante dei danni economici che subiscono gli  "addetti ai lavori".   
   
Fermare lo sport dilettantistico di base  e  mandare avanti lo sport professionistico  (dove gli atleti eseguono le medesime azioni dei dilettanti,   e  quindi dal punto di vista del contatto fisico e del rischio hanno le medesime caratteristiche dei loro  "colleghi"  delle associazioni sportive dilettantistiche)   ha un solo significato che non c'entra nulla con il diritto alla salute ma solo con la tutela del Re di Denari  e  dei miliardi di euro che girano nel calcio della Serie A.     Se si vogliono evitare danni per la salute  e  risparmiare diversi milioni di euro gli unici da mandare a casa  e  da mettere immediatamente  "in lockdown"  sono gli inetti e incompetenti politici  e  membri di  "task force"   che solamente per  "pararsi il c..."  e  non assumersi la responsabilità di nulla fanno i forti con i deboli  e  si piegano a 360 gradi davanti ai ricchi e potenti  (oltre che viziati e spesso irresponsabili)   campioni strapagati  e  celebrati.    Il  "vairus"  non è uguale per tutti,   prevede un diverso trattamento per i ricchi  e  per i poveri,   e  questa disparità per assurdo dà fiato alle trombe della più becera propaganda negazionista che può dire e urlare,   avendo ragione,   che il rischio di contagio esiste nel campo di calcio di periferia della Provincia di Bergamo ma magicamente non esiste più nello stadio di calcio dove si gioca la partita di Serie A,   e  questa è una tale assurdità tecnica e scientifica da fornire giustificazioni a chi pensa che  "Covid19"  sia solo una farsa raccontata in modo diverso a seconda delle convenienze  e  a seconda di come tira il vento  

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