domenica 14 giugno 2020

I DATI "STRAMPALATI" DELLA REGIONE LOMBARDIA / IL VIRUS CONTINUA A CIRCOLARE, MA I "NUOVI CASI" HANNO CARICA VIRALE SEMPRE PIU' DEBOLE E GLI OSPEDALI CONTINUANO A SVUOTARSI: POTREMMO ARRIVARE (GIA' ENTRO FINE MESE) SOTTO LA SOGLIA DEI 2.000 RICOVERI OSPEDALIERI

Chi  "corre dietro"  alle variazioni giornaliere,    si straccia le vesti e grida allo scandalo:   in Regione Lombardia ci sono più di 200  "nuovi casi di positività"  ogni giorno,    si registrano forti oscillazioni tra un giorno e l'altro,   la Regione non fa un numero sufficiente di tamponi e  "bla bla bla",    noi vogliamo un altro  "lockdown totale"   (questo lo dicono soprattutto le persone  "a stipendio fisso")  e  grazie ai mitici  "200 casi giornalieri"  il Grande Carrozzone dei  "gufi tristi e disfattisti"  continua a campare di rendita  e  a vivere nel sogno di una emergenza che non avrà mai fine  (anche perchè alcuni di loro,   una volta conclusa l'emergenza sanitaria anche in Regione Lombardia,   se ne dovranno andare a casa)   .     I dati della nostra Regione riferiscono che il mese di maggio si era concluso con 170 pazienti ricoverati in terapia intensiva,   con 3.131 pazienti ricoverati in ospedale nei reparti diversi dalla  "terapia intensiva",   con un aumento  (su base settimanale)  medio giornaliero dei  "nuovi casi di positività"  di 265 persone,   e con un numero di pazienti  "attualmente positivi"  al virus di 20.996 persone;    già si trattava di dati praticamente dimezzati rispetto a quelli di  "fine lockdown"  registrati nella settimana tra il 4 e il 10 maggio.     Nelle prime due settimane di giugno,   malgrado le riaperture  (che hanno rimesso in movimento senza più limitazioni diversi milioni di cittadini lombardi),    malgrado l'aumento notevole di test sierologici soprattutto nelle Province di Bergamo  e  di Brescia,     malgrado le manifestazioni,    gli assembramenti,   la  "movida"  delle grandi città  e  tutto il resto,   l'aumento medio giornaliero che si registra su base settimanale è di 192  "nuovi casi di positività"   (175 nella prima settimana di giugno,   208 nella settimana che si è appena conclusa),    in questa settimana non si è mai superata  "quota 300"  nemmeno per un singolo giorno,   nel frattempo però il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva è sceso da 170 a 94,   il numero di pazienti ricoverati in ospedale in reparti diversi dalla terapia intensiva è sceso da 3.131 a 2.116,    il numero di pazienti  "attualmente positivi"  al virus è sceso da 20.996  a  16.449.      Malgrado possa sembrare assurdo  e  malgrado lo spettacolo del  "tiro al piccione"  quotidiano contro la coppia Fontana / Gallera  (che del resto,    con la loro gestione politica disastrosa dell'emergenza  "Corona Virus"  non hanno fatto nulla per meritare qualcosa di diverso da critiche anche pesanti),    200  "nuovi casi giornalieri"  non hanno intasato gli ospedali,    che continuano a svuotarsi  (con un calo del 44%  del numero dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva,   del 32%  del numero dei ricoveri in ospedale nei reparti diversi dalla terapia intensiva  e  con una diminuzione del 22%  del numero dei pazienti  "attualmente positivi al virus")    e se questa tendenza va avanti ancora per due o tre settimane potrebbe addirittura verificarsi,    prima della fine del mese di luglio,    la discesa sotto  "quota 10 mila"  del numero dei pazienti  "attualmente positivi"  anche in Regione Lombardia.        

Per chi sa leggere i dati e ragiona in termini di medie settimanali,   di rapporti percentuali,   e  non si limita a correre dietro al numero dei tamponi,   inizia a farsi largo il dubbio che forse  "i medici operativi sul campo"   (il dottor Zangrillo di Milano,   il dottor Bassetti di Genova  e  il professor Remuzzi dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche  "Mario Negri"  di Bergamo)  quando descrivono la realtà di un virus che ha perso forza,   che si è indebolito,   che non produce più nessuna strage  e  nemmeno quello che era il grande timore del Comitato Tecnico Scientifico nazionale,   ossia un aumento esponenziale di casi di positività dopo le riaperture tale da provocare un incremento notevole dei ricoveri ospedalieri  e  soprattutto di quelli dei reparti di terapia intensiva.     Alcuni giornali come  "Il Giorno"  e  lo stesso  "report"  di oggi pubblicato sul sito internet della Regione Lombardia hanno iniziato a specificare quello che era già stato osservato  "sul campo",   ossia che il virus continua a circolare su una porzione del territorio regionale  (è ormai localizzato prevalentemente nelle Province di Milano,   Bergamo  e  Brescia,   nelle altre Province ormai la situazione produce un numero medio di  "nuovi casi giornalieri ufficiali"  talmente esiguo che si conta praticamente sulle dita delle due mani;   in Province come Lecco,   Como,   Mantova  e  Lodi l'emergenza è già praticamente finita da quasi un mese)    ma  che ormai la metà di  "nuovi casi"  ha una carica virale molto debole,   totalmente diversa da quella dei mesi di marzo e di aprile,   molti di essi non sarebbero nemmeno emersi  (proprio perchè praticamente privi di sintomi)   se non fossero stati indirizzati a fare il tampone dall'esito delle ricerche con test sierologici che ormai sono finalizzati,   più che a individuare nuovi casi di positività,   a  "fare una mappatura del territorio"  che sarà utilissima soprattutto in previsione della possibile produzione  e  distribuzione del nuovo vaccino,   che secondo il Ministro della Salute  e  della Sanità Pubblica non è escluso che possa avvenire già nella stagione autunnale  e  invernale.       Il numero di  "nuovi casi"  che possono presentare qualche problematica  "reale"  è  quindi di circa 100 casi giornalieri,   che in una Regione di 10 milioni di abitanti ad altissima densità abitativa  e  ad altissimo tasso di mobilità come la Regione Lombardia non è un numero in grado di creare difficoltà di gestione della situazione,   e  non è da escludere  (infatti ciò avviene già nei giorni in cui i laboratori non processano i dati dei tamponi derivanti da test sierologici  oppure  da particolari situazioni come quelle legate al monitoraggio del personale dipendente e degli ospiti delle RSA  e  delle strutture sanitarie)   che a breve,   man mano si esauriranno queste indagini,    e  forse già prima della metà di luglio,    il dato giornaliero lombardo possa scendere più o meno a quel livello,    mentre proprio la minore forza del virus  (che si sta manifestando in questo periodo rispetto ai mesi di marzo e aprile)   potrebbe far continuare lo svuotamento delle strutture ospedaliere fino a fare scendere il dato dei pazienti in esse ricoverate sotto le 2.000 persone già entro la fine del mese di giugno.     E'  chiaro quindi che se questi numeri dovessero rimanere stabili  (nella tendenza  e  nell'andamento medio giornaliero  e  settimanale)   fino a fine mese,    e  soprattutto in considerazione che nel frattempo  (anche in Provincia di Bergamo)   i nostri bravissimi medici non sono rimasti nell'inerzia ma hanno ricavato ulteriori posti disponibili per le terapie intensive  (adesso non servono,    ma ai fini precauzionali è meglio eccedere in prudenza che ritrovarsi nella penuria nel caso dopo l'estate dovesse manifestarsi una improvvisa recrudescenza dell'epidemia),    potremmo affermare che le riaperture di tutte le attività produttive  e  l'incremento della mobilità e della socializzazione in Regione Lombardia,    che ha rimesso in circolazione milioni di persone,   non ha prodotto nessuna catastrofe sanitaria  ma  anzi è stato  "accompagnato"  da un ulteriore decremento del numero di pazienti ricoverati negli ospedali  e  dal crollo del numero dei pazienti deceduti nel mese di maggio  (e nelle prime due settimane del mese di giugno)   rispetto ai mesi devastanti di marzo  e  di aprile.    

Per ora il Gufo,   volendo ironizzare su certi scenari  "disfattisti e catastrofici"  che prevedevano l'Apocalisse in Regione Lombardia dopo il 18 maggio  e  malgrado a inizio giugno si siano creati assembramenti di persone del tutto evitabili,   inutili  e  irresponsabili in diverse città   (oltre a baggianate alla presenza di migliaia di persone come quella della manifestazione dei  "gilet arancioni"  del  "ponte festivo"  del 2 giugno),    ringrazia caldamente  e  vivamente quel provvidenziale referto arrivato proprio nel bollettino giornaliero quotidiano che aggiunge 77 tamponi  "positivi"  a carica virale debolissima  (derivanti da test sierologici)  e  altri  "eroici"  tamponi che hanno rivelato una carica virale talmente bassa che sarà probabilmente azzerata già dai tamponi di controllo delle prossime due settimane  (e quindi in quel momento andranno ulteriormente a falsare i dati,   indicando come  "guariti"  persone che già adesso è molto forzato indicare come  "ammalati"),   ha impedito di  "mettere a referto"  quel numero di  "nuovi casi reali"  vicino alle 100 / 120 unità,   che avrebbe portato per la seconda settimana consecutiva il numero di aumento medio giornaliero sotto le 200 unità in termini di valori assoluti  e  sotto la percentuale del 2%  nel rapporto tra  "nuovi casi"  registrati  e  tamponi processati,    e  ha quindi mantenuto in vita  (almeno per altre due settimane)  il carrozzone mediatico dell'allarmismo  e  dell'emergenza a tutti i costi,   in uno scenario dove in realtà sarebbe più corretto parlare di situazione con qualche criticità  "da tenere costantemente monitorata"  più che del mantenimento dello stato di emergenza,   che ormai dopo il 31 luglio  (almeno in Italia,   mentre purtroppo nel resto del mondo e soprattutto in America Latina  e  negli Stati Uniti d'America  la situazione del dilagare della pandemia continua a essere grave e a produrre in alcune nazioni effetti catastrofici)   non avrebbe più alcuna ragione di esistere  e  di essere ulteriormente prorogato.      Purtroppo,    la continuazione dello  "stato di emergenza"   ha come effetto politico quello di  "congelare"  i governi attualmente in carica sia a livello nazionale  che  regionale,   e  rimanda quindi  (almeno fino a dopo l'estate)  anche  "il giorno del giudizio"   (politico)   sulla sciagurata gestione dell'emergenza sanitaria in Regione Lombardia,   costringendoci a tenere gli attuali governanti almeno fino all'arrivo del vaccino che,    secondo quanto garantito dal Ministro della Sanità  e  della Salute Pubblica,   potrebbe essere  (finalmente!!!)   "l'arma letale"  che andrà a immunizzare la parte più debole della popolazione  e  a spegnere definitivamente l'emergenza sanitaria  "Corona Virus"           

  

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