domenica 28 giugno 2020

IL "REPORT MENSILE" DI GIUGNO DELLA REGIONE LOMBARDIA / I DATI STATISTICI E MATEMATICI CHE DANNO RAGIONE ALLE OSSERVAZIONI CLINICHE DEL DOTTOR ZANGRILLO

Nella prima settimana di giugno  (dal 1°  giugno al 7 giugno compreso)  il  "report settimanale"  della Regione Lombardia ha registrato 1.227  "nuovi casi di positività"  su 68.103 tamponi processati dai laboratori  (in rapporto percentuale 1,80%),   con un aumento medio giornaliero di 175  "nuovi casi";   il numero delle persone  "attualmente positive al virus"  è sceso da 20.996 a 19.420,    il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva è sceso da 170 a 107,   il numero dei pazienti ricoverati in ospedale negli altri reparti è sceso da 3.121 a 2.801  e  il numero dei decessi settimanali è stato pari a 158 persone.

Nella settimana successiva  (dal 8 giugno al 14 giugno compreso)  il  "report settimanale"  della Regione Lombardia ha registrato 1.463  "nuovi casi di positività"  su 70.664 tamponi processati dai laboratori  (in rapporto percentuale 2,07%),    con un aumento medio giornaliero di 209  "nuovi casi";    il numero delle persone  "attualmente positive al virus"  è sceso da 19.420 a 15.989,    il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva è sceso da 107 a 94,    il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi in altri reparti è sceso da 2.801 a 2.116  e  il numero di decessi settimanali è stato pari a 179 persone.

Nella terza settimana del mese  (dal 15 giugno al 21 giugno compreso)   il  "report settimanale"  della Regione Lombardia ha registrato 1.310  "nuovi casi di positività"  su 64.318 tamponi processati dai laboratori  (in rapporto percentuale 2,04%)   con un aumento medio giornaliero di 187  "nuovi casi",    il numero delle persone  "attualmente positive al virus"  è sceso da 15.989 a 13.843,    il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva è sceso da 94 a 53,    il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi negli altri reparti è sceso da 2.116 a 1.260  e  il numero dei decessi settimanali è stato pari a 121 persone.

Nella settimana che è appena andata a concludersi  (dal 22 giugno al 28 giugno compreso)  il  "report settimanale"  della Regione Lombardia ha registrato 793  "nuovi casi di positività"  su 65.481 tamponi processati dai laboratori  (in rapporto percentuale 1,21%)   con un aumento medio giornaliero di 113  "nuovi casi",    il numero delle persone  "attualmente positive al virus"  è sceso da 13.843 a 10.947,    il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva è sceso da 53 a 43,    il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi negli altri reparti è sceso da 1.260 a 323  e  il numero dei decessi settimanali è stato pari a 69 persone. 

Passiamo dall'analisi settimanale all'analisi mensile.    Per quanto riguarda i dati derivanti dai flussi ospedalieri,   nel mese di giugno si registra tra il 1°  giugno  e  il 28 giugno un crollo del numero dei pazienti ricoverati  (in termini percentuali il calo del numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva è sceso del 74,70%,    il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi negli altri reparti è sceso del 89,65%,    mentre il numero delle persone  "attualmente positive al virus"  è sceso del 47,86%):    si tratta di valori e indicatori che hanno registrato un calo costante praticamente tutti i giorni del mese,    fatta eccezione per qualche rarissimo giorno in cui si sono registrati aumenti minimi di poche unità  oppure  una situazione di dati rimasti invariati rispetto al giorno precedente.      Continua  "la discesa a scaletta"  del numero dei  "nuovi casi di positività":    dal 18 maggio in avanti,   prima per due settimane si registrava un numero di  "nuovi casi"  variabile da 250 a 400 unità,    nelle due settimane e mezzo successive l'aumento ha iniziato a oscillare in un intervallo compreso tra le 175 e le 300 unità,    negli ultimi dieci giorni presi in considerazione  (quelli dal 18 giugno in avanti)   l'aumento medio giornaliero sta oscillando in un intervallo compreso tra le 75 e le 175 unità;    in pratica  "il dato medio di tendenza"  prima scende,    poi si consolida  (con una settimana oppure addirittura dieci giorni  "di consolidamento"  in cui si possono registrare improvvisi rialzi giornalieri anche abbastanza significativi)   e  poi nelle due settimane successive ha una nuova leggera discesa in un intervallo in cui i valori minimi  e  massimi sono inferiori rispetto a quelli del periodo immediatamente precedente.     Non è cambiata la politica di esecuzione e processo dei tamponi  (nelle quattro settimane prese in considerazione,    si oscilla tra un minimo di 64.318 tamponi processati  e  un massimo di 70.664 tamponi processati:   in pratica in Regione Lombardia i laboratori processano un numero medio giornaliero di tamponi compreso tra le 9.000  e  le 10.000 unità;    tenuto in considerazione questo fatto  (ossia che il numero dei tamponi processati ogni settimana,   fatte salve le ovvie oscillazioni giornaliere,    non ha subìto variazioni significative)   anche la discesa del rapporto percentuale tra  "nuovi casi medi giornalieri"   e  numero dei tamponi processati è da considerare abbastanza attendibile  e  credibile nella sua manifestazione e consistenza numerica.     Persino il numero dei decessi settimanali è in andamento discendente:   non si sono mai superati i 40 decessi giornalieri in nessun giorno del mese di giugno,    nell'ultima settimana in diversi giorni il dato giornaliero è stato inferiore ai 10 decessi;    anche per quanto riguarda la registrazione dei  "nuovi casi di positività"  è  opportuno segnalare la circostanza che l'ultima volta che fu superata  "quota 200"  è stato il 18 giugno  ("quota 300"  non viene superata ormai da oltre tre settimane),    mentre nell'ultima settimana addirittura in quattro dei sette giorni settimanali si sono contabilizzati meno di 100  "nuovi casi"  ufficiali:    un dato che presenta queste caratteristiche da oltre dieci giorni inizia a diventare non più  "casuale"  ma elemento che esprime una tendenza  (in direzione discendente)   che ha caratterizzato gran parte del mese di giugno.        

Da due settimane consecutive il  "report"  giornaliero della Regione Lombardia indica  (tra parentesi)  quanti dei  "nuovi casi di positività"  sono da considerare in realtà  "persone debolmente positive"  oppure  casi rilevati dalle campagne di screening da test sierologici che sono in pieno svolgimento soprattutto sul territorio della Provincia di Bergamo;    questa settimana  (esaurita la campagna di screening della città di Bergamo  e  di alcune zone della Provincia)   avrà inizio la campagna in alcune ampie zone della Provincia di Brescia,   quindi è da prevedere una stabilizzazione  oppure  addirittura un rialzo numerico nella prossima settimana  e  (se non interverranno situazioni al momento non prevedibili)   una nuova discesa tra due o tre settimane,    l'andamento discendente  "a scaletta"  potrebbe fissare i limiti del prossimo intervallo di oscillazione da un minimo di 75 e un massimo di 175  verso  un minimo di 50  e  un massimo di 150;    tra l'altro la pubblicazione di questi ulteriori dati aggiuntivi  (quelli dei  "nuovi casi di positività"  che sono da considerare  "debolmente positivi"  oppure che emergono dopo le campagne di screening da test sierologici in svolgimento sul territorio della Provincia di Bergamo e di quella di Brescia)   evidenzia che il numero dei casi di  "debole positività"  ormai rappresenta quasi il 50%  del numero dei  "nuovi casi"  giornalieri,   e  infatti siccome la  "debole positività"  quasi sempre si traduce e si concretizza  (nei giorni successivi all'emersione ufficiale della  "positività debole")   in un tampone negativo che sancisce la guarigione  "ufficiale",    questo fatto fornisce una plausibile spiegazione alla circostanza che malgrado si sono verificati sistematicamente 150 / 250  "nuovi casi"  per quasi tutti i giorni del mese di giugno,    ha continuato a scendere  (e con variazioni molto consistenti)   sia il numero delle persone ricoverate in ospedale  che  il numero delle persone  "attualmente positive al virus",    con quest'ultimo che si è praticamente dimezzato dal 3 giugno al 28 giugno  e  che alla data odierna rappresenta meno di un terzo della consistenza che aveva il 18 giugno.       Come dicono praticamente all'unanimità tutti gli esperti intervistati in televisioni  e  sui giornali,    è impossibile  (in una Regione di oltre 10 milioni di abitanti ad altissimo tasso di mobilità come la Lombardia)   arrivare al  "numero zero"  di nuovi contagi  e  di  "nuovi casi di positività"  ma sarebbe altamente positivo riuscire a proseguire nella tendenza attuale  e  a scendere costantemente,    prima dell'inizio del mese di agosto,   sotto i 200 pazienti ricoverati in ospedale  e  se possibile anche sotto le 10 mila persone  "attualmente positive al virus";    considerato che al momento delle riaperture del 4 maggio  (dopo la fine del  "lockdown")   quel dato era di 6.414 persone negli altri reparti  e  di 542 persone nei reparti di terapia intensiva,    siamo già in presenza di un calo nettamente superiore al 90%  in termini percentuali  e  quindi è stato praticamente raggiunto l'obiettivo dello svuotamento  (e del  "quasi azzeramento")   dei reparti ospedalieri in cui sono presenti pazienti con sintomi di  "Corona Virus",   e  quindi proprio la fortissima diminuzione percentuale non consente più di tanto ulteriori riduzioni,   essendo praticamente impossibile che si possa arrivare all'azzeramento assoluto.     Infine,   i dati delle ultime due settimane evidenziano la circostanza ormai non più dubbia ma reale che l'emergenza non esiste più intesa come  "Regione Lombardia"  in senso unitario:    i due terzi dei  "nuovi casi di positività"  giornalieri che si registrano sul territorio regionale si verificano in sole tre Province  (Milano,  Bergamo  e  Brescia)   mentre ormai nelle Province di Lodi,  Cremona,  Mantova,  Pavia,  Lecco,  Varese,  Sondrio  e  Monza / Brianza  (salvo rarissime eccezioni di alcuni giorni particolari)   da circa un mese per quasi tutti i giorni della settimana il numero di  "nuovi casi di positività"  non raggiunge quota 10;    nella Provincia di Bergamo  (che è stata nei mesi di marzo e di aprile una delle più devastate dalla pandemia a livello nazionale  e  anche mondiale),    a parte i forti sbalzi al rialzo relativi ai giorni in cui i laboratori processano i risultati dei tamponi derivanti dalla campagna di screening territoriale dei test sierologici,    negli altri giorni il numero dei  "nuovi casi di positività"  è  quasi sempre inferiore  o  di poco superiore alle 20 unità,    il numero dei decessi giornalieri della Provincia di Bergamo ormai da un mese e mezzo è  "stabile"  in un dato medio di uno o due decessi giornalieri.     Peraltro,    oltre alla diminuzione dei dati in Regione Lombardia nella settimana dal 22 al 28 giugno si è registrata una novità:   in diversi giorni il rapporto tra il totale dei  "nuovi casi di positività"  della Regione Lombardia  e  quelli a livello nazionale  (che ormai da settimane superava i due terzi  e  a volte addirittura il 75 / 80%)   è sceso diverse volte sotto il 50 / 60%,     a dimostrazione che ormai la Lombardia non è più  "l'unico problema"  a livello nazionale,    e  che i nuovi piccoli  "focolai"  che sono stati rapidamente identificati  e  circoscritti non sono emersi solo in Regione Lombardia,    ma anche e soprattutto in altre Regioni  (Lazio,   Campania,   Emilia Romagna).          

La conclusione che si può trarre è che dopo il 18 maggio sono stati praticamente riaperti bar e ristoranti,   negozi al dettaglio,   gli artigiani che svolgono servizi di cura della persona  (soprattutto estetiste  e  parrucchieri),    è di nuovo possibile celebrare le funzioni religiose come la Santa Messa  e  le cerimonie funebri nei luoghi di culto  (anche se con presenze contingentate),     sono stati riaperti i musei e le biblioteche,    le attività produttive hanno ormai ripreso a funzionare regolarmente,    è stata ripristinata la libera circolazione all'interno del territorio regionale,    sono state riaperte le piscine  e  i parchi pubblici,    si può accedere senza più limitazioni ai cimiteri,    si possono di nuovo frequentare le passeggiate  "lungo lago",    i sentieri di montagna  e  i rifugi;    dal 3 giugno è stata ripristinata la mobilità interregionale  ed è ripartita la stagione turistica  (con riapertura degli alberghi  e  delle spiagge nelle regioni di mare,   soprattutto nel Sud Italia,    e  con le agenzie viaggio che hanno ricominciato a lavorare),    funzionano di nuovo i mezzi di trasporto pubblico come pullman,   aerei,    treni  e  linee di metropolitana,   si può accedere di nuovo  (sia pure uno alla volta  e  su appuntamento)  agli uffici bancari  e  postali  e  agli uffici dei liberi professionisti,    non sono mancati assembramenti di persone da  "movida",    si sono svolte diverse manifestazioni di piazza di politici  e  sindacalisti,   il traffico stradale  e  autostradale è in netto aumento rispetto al 4 maggio,    negli stessi ospedali sono riprese le normali attività di laboratorio  (diagnostica,  esami di laboratorio,   riabilitazioni,   cura  e  prevenzione delle altre patologie)  e  sono state emesse le  "linee guida"  delle riaperture delle R.S.A.,    mentre in alcuni Comuni della Regione Lombardia hanno iniziato  (anche se in forma ridotta  e  a presenze contingentate dal punto di vista numerico)   alcune attività ricreative estive per bambini  e  minorenni,    sono ripresi i campionati di calcio di Serie A  e  di Serie B  che coinvolgono diverse squadre lombarde che hanno uno staff numeroso di atleti  e  dirigenti   (Atalanta,    Brescia,   Milan,   Inter,   Cremonese)  e  che devono muoversi ogni due o tre giorni su tutto il territorio nazionale.    Sono stati rimessi  "in libera circolazione"  non meno di 6 - 7 milioni di cittadini lombardi,    è praticamente riaperto tutto tranne le scuole  e  il mondo degli sport di squadra a livello dilettantistico;     coloro che dopo il 4 maggio prevedevano sciagure  ed  eventi catastrofici in Regione Lombardia si ritrovano davanti  (negli indicatori principali che individuano i dati dei flussi ospedalieri,   quelli dei decessi settimanali,   quelli del numero delle persone  "attualmente positive al virus")   diminuzioni in termini percentuali  e  in valore assoluto che arrivano anche a superare il 90%  rispetto ai valori di partenza di  "fine lockdown"  del 18 maggio  e  soprattutto gli ospedali praticamente svuotati di pazienti  "Corona Virus"  ai livelli minimi da inizio anno.       Magari non vogliamo ammettere che  "il famigerato dottor Zangrillo"   (che peraltro non è il solo ad avere elaborato quelle considerazioni,   sottoscritte insieme a lui da altri nove colleghi di chiara fama che lavorano in istituti prestigiosi sia in Regione Lombardia  che  fuori dalla Regione Lombardia)   ha ragione quando afferma che il virus da circa due mesi ha visto nettamente diminuire la carica virale  e  che l'emergenza,   dal punto di vista clinico  e  ospedaliero,    non esiste più perchè è stata sostituita da una situazione che è perfettamente  "sotto controllo"  considerato che viviamo in una Regione di 10 milioni di abitanti  e  che nel resto del mondo esistono  (e sono in pieno svolgimento)   vicende ben più drammatiche  e  catastrofiche di quella attuale della Regione Lombardia:    ma i dati statistici esposti dal Gufo sono  "solide pezze di appoggio"  (risultanti peraltro dai  "report ufficiali"  pubblicati  "on line"  tutti i giorni dalla Regione stessa,   e  quindi da chiunque consultabili)    a dimostrazione che quella teoria non è per nulla strampalata,   e  si fonde perfettamente con quella di quel bravissimo dottore napoletano  (Giulio Tarro)   che afferma da diversi mesi,    addirittura da aprile,    che l'epidemia in Italia sarebbe scemata  (sul resto del territorio nazionale molto più rapidamente che in Regione Lombardia)   all'inizio del mese di giugno con l'irruzione delle temperature calde della stagione estiva   


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