martedì 25 agosto 2020

IL REGNO DELL'OSCURITA', DELLE TENEBRE E DEL MALE

"La mattina ha inizio presto,   una colazione lenta  e  abbondante  e  poi lo spazio per la lettura dei libri,   per l'acquisto di un giornale,   per le operazioni quotidiane che sono consentite come fare la spesa,    rifornirsi di farmaci oppure di dispositivi di protezione individuale.    Per fortuna c'è un ampio giardino,  si può prendere aria  e  camminare senza dover compilare e stampare un assurdo modulo cartaceo,   senza dovere misurare i passi per limitare la passeggiata a 200 metri.    Dicono che noi siamo potenzialmente ammalati,   certamente non è sano  (di mente)  il burocrate che si è inventato situazioni demenziali,   grottesche,   ridicole,   e  ancora meno sano è il fatto che pretende pure di sanzionare le infrazioni con centinaia di euro.    Si ascoltano le funzioni religiose,   si scrive sui social network,    si comunica tramite telefono,   e si ascoltano quei cialtroni che per una vita intera hanno predicato che la globalizzazione era bellissima,   che il mondo non era solamente la nostra casa,   che ci hanno costretti due mesi interi a vivere confinati nelle nostre abitazioni,   a  non avere altra visione fisica e mentale del mondo che non fosse quella della nostra via  (già spostarsi nel Comune limitrofo secondo alcuni era una vera e propria provocazione),    che vedeva un  'potenziale untore'   persino nel camminatore solitario che passeggiava su un bosco o prendeva il sole in una spiaggia in cui non c'era altra persona al di fuori di lui".

Piccole Regioni e comunità locali  (pensiamo ad esempio al Molise,  alla Valle d'Aosta,   alla Basilicata,   all'Umbria,   alla Provincia di Sondrio in Lombardia,   alla Calabria,   alla Provincia di Trapani in Sicilia,   ad alcune zone della Sardegna,    ad alcune isole  e  Comuni montani distanziati dal resto della Provincia  e  della Regione)   già dopo le festività pasquali erano praticamente  "a zero casi",   nella condizione di poter riaprire non alla mobilità internazionale  e  nemmeno a quella interregionale,   ma almeno a svolgere la propria vita comunitaria all'interno di Regioni,   Province  e  territori geograficamente molto piccoli,   poco popolosi,    di ripristinare qualche attività commerciale,   la partecipazione  (magari a numero limitato di persone)   alle funzioni religiose,    il ritorno alla libera circolazione all'interno del territorio della comunità di appartenenza.     Le riaperture del 4 e del 18 maggio in quelle piccole zone potevano tranquillamente avvenire con tre settimane di anticipo,   che per i piccoli esercizi  (caratteristici di quelle zone geografiche)   sono guadagni preziosissimi,    "tirare il fiato"  e  riprendere a vivere almeno di sussistenza  e  di piccola economia locale,    riattivare un minimo di rapporti sociali  e  di vita comunitaria.     Il  "lockdown duro e puro,   rigido e talebano"  all'italiana,   nella sua  "prova di forza"  che ha costretto i  "piccoli"  e  le comunità sopra elencate a rimanere forzatamente  "agli arresti domiciliari"  per un mese in più di quello che era necessario  e  indispensabile  (sempre ammesso che in quelle zone fosse stato necessario anche il primo mese,   circostanza che è tutta da dimostrare....)   è stato una prepotenza delle grandi regioni,   delle grandi aree metropolitane sui  "piccoli",    una prepotenza,   una inutile sopraffazione;   il fatto che questa sopraffazione si sia aggiunta ai drammi psicologici che sono insiti e naturali in un contesto di sospensione di libertà e diritti fondamentali trasforma questo inutile esercizio retorico non solo in un atto di prevaricazione e di prepotenza,   ma in un vero e proprio Regno dell'oscurità,   delle Tenebre  e  del Male  


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